Sono una prof di una scuola paritaria della Lombardia...

Egregio prof. Latella, innanzitutto mi sento in dovere di scusarmi con Lei ma non voglio che venga pubblicato il nome e il cognome, perchè il contenuto di questa mia testimonianza metterebbe a rischio il mio, seppur precario, posto di lavoro e, forse, qualcosa di ben più importante. Sono una collega, precaria da una vita. Qualche mese prima dell’inizio di questo anno scolastico, il mio compagno, attraverso delle conoscenze, riesce a fissarmi un colloquio con il responsabile di un liceo paritario di Monza. Ed ecco le prime tristissime realtà: ottengo un colloquio in una scuola perché sono raccomandata e mi affidano un incarico annuale perché accetto le loro squallide condizioni. La mia esperienza, le mie conoscenze, non interessano a nessuno. Devo solo costare poco. Mia sorella svolge un’attività di baby sitter con una paga oraria che corrisponde a più del doppio della mia. Ma non mi importa, amo il mio lavoro e, comunque, riuscirò a pagare l’affitto dell’appartamento in cui viviamo...