Al via la mobilità per i docenti e il personale Ata ma attenzione alla chiamata diretta perchè i collegi dei docenti decideranno i criteri...
Ieri (11 aprile 2017) è stato firmato il contratto di mobilità ed è stato trovato l'accordo sulla chiamata diretta dei docenti.
I sindacati confederali sono soddisfatti dell'accordo con il Governo, sarà il Collegio dei docenti a decidere i criteri con una delibera e il Dirigente Scolastico dovrà attenersi al numero dei requisiti.
Le domande di trasferimento per i docenti dovranno essere compilate dal 13 aprile al 6 maggio mentre per il personale Ata sarà dal 4 maggio al 24 maggio.
Diverse le novità e le deroghe alla legge n. 107/2015 presenti nel Contratto.
Ecco in sintesi (da Orizzonte Scuola) i punti principali del contratto:
– deroga al vincolo triennale di permanenza nella provincia di titolarità e nella scuola in cui si è ricevuto l’incarico triennale, per cui tutti i docenti, compresi i neo assunti (assunti cioè il 01/09/2016), potranno presentare domanda di mobilità sia provinciale che interprovinciale;
– domanda unica sia per il trasferimento provinciale che interprovinciale (restano distinte le domande per i passaggi di cattedra/ruolo, tante domande quanti sono i passaggi richiesti);
– scomparsa fase comunale, per cui la mobilità prevederà solo la fase provinciale e interprovinciale;
– non esprimibilità di comuni e distretti;
– richiesta, tra le preferenze, non solo di ambiti territoriali ma anche di scuole: 5 scuole al massimo e 10 ambiti;
– impossibilità, per i docenti titolari di ambito con incarico triennale, di esprimere l’ambito di titolarità e la scuola in cui si ha l’incarico triennale;
– titolarità su scuola per chi ottiene il trasferimento in una delle istituzioni scolastiche espresse nel modulo-domanda;
– equiparazione, nelle sole domande di mobilità, del servizio pre-ruolo o svolto in altro ruolo al servizio nel ruolo di appartenenza;
– organico unico per gli istituti comprensivi comprendenti più plessi anche di comuni diversi e per gli istituti di istruzione superiore con più indirizzi e sedi (ciò vuol dire che nella domanda si potrà indicare non più il codice dei plessi o indirizzi ma il codice della sede di organico; sarà poi il dirigente scolastico ad assegnare i docenti ai plessi in base ai criteri stabiliti dalla contrattazione d’Istituto);
– le aliquote destinate alle mobilità territoriale interprovinciale, a quella professionale e alle immissioni in ruolo: ai trasferimenti interprovinciali andrà il 30% dei posti disponibili dopo i trasferimenti provinciali; ai passaggi di cattedra e di ruolo il 10%; alle immissioni in ruolo il 60% dei posti liberi dopo i trasferimenti provinciali.
Permettetemi di fare una
considerazione.
La fretta ha creato un “mostro”
giuridico. La chiamata diretta in mano al collegio dei docenti può
sembrare un atto democratico che potrebbe ridare importanza al
parlamento della scuola ma così come è stato deciso avremo invece
criteri diversi che condizioneranno la vita dei docenti. In una
scuola si delibererà criteri che mettono come elemento primario la
graduatoria, i punteggi, in altri istituti si privilegerà la
conoscenza delle lingue e l'esperienza nell'Alternanza Scuola
Lavoro, in altre la dispersione, in altre l'inclusione. Ogni scuola
avrà i propri criteri, più che autonomia scolastica io la chiamerei
bordelline!
Mi sembra veramente un film
tragi-comico... un pò come avviene a Medjugorje con la madonna... ti
dicono a che ora apparirà e tutti in silenzio religioso salgono
sulla montagna ma l'apparizione viene annullata se inizia a piovere.
Sempre e solo sulla pelle degli
insegnanti. Sono sconcertato. La "Chiamata diretta" va
cancellata perchè si scontra con il principio giuridico del concorso
pubblico vinto e della libertà d'insegnamento!
Paolo Latella
Unicobas Lombardia
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