Tanti auguri a tutti da un socialista libertario per un nuovo anno e sempre in difesa del “NO” del 4 dicembre 2016

Noi abbiamo l’obbligo civile e morale di difendere la vittoria del NO del 4 dicembre 2016 e non permetteremo a nessuno di cancellarlo!

Il sindacato Unicobas ha partecipato attivamente alla campagna referendaria per il "NO" alla controriforma costituzionale, noi difendiamo e difenderemo sempre con ogni mezzo democratico la nostra Costituzione soprattutto da chi sta cercando cancellare la vittoria del NO al referendum Costituzionale del 4 dicembre 2016.

La carta costituzionale è certo, il risultato di un compromesso sociale, giuridico e politico, della lotta antifascista e del crollo di un regime che aveva nel codice penale il reato di sciopero, di libera organizzazione sindacale e di istigazione all'odio di classe.

A quella lotta parteciparono, con la loro intelligente cultura, generosità e abnegazione tanti compagni socialisti, anarchici e libertari.

Noi dell’Unicobas non siamo indifferenti al quadro istituzionale: non sono affatto "uguali" i regimi liberali, democratico-sociali, fascista e comunistico-staliniano. Non tanto per ciò che ciascuno di questi ordinamenti statali dice di se stesso, ne' per una presunta trascendenza e neutralità delle norme giuridiche democratiche, quanto piuttosto, per i risultati storico-sociali e politico-sindacali che le diverse statualità hanno riversato sulla vita concreta degli uomini, delle donne, degli intellettuali e degli artigiani.
Ricordo, brevemente che, l'art. 3 della Costituzione, al 2 Comma trae ispirazione da un dato oggettivo: la disparità di condizioni economiche e sociali determina diseguaglianze di fatto. 


Perciò la Repubblica è chiamata a svolgere un ruolo politicamente attivo per promuovere un’uguaglianza sostanziale, creando le condizioni necessarie per consentire a tutti di sviluppare la propria personalità e di realizzare le proprie aspirazioni.
Sappiamo che, concretamente, questo articolo è stato concepito dal socialista Lelio Basso. 


Questo dell'art. 3 ha consentito lo sviluppo della giurisprudenza in senso lavorista, e la giustificazione, insieme ad altre norme costituzionali, per l'erogazione universale dei beni della salute, dell'istruzione e della previdenza.

E insieme all'Art. 3, pongo l'art. 32 sul diritto alla salute, l'art. 33 sulla libertà d'insegnamento che, consente a noi docenti di resistere culturalmente e giurisdizionalmente al pensiero unico neo-liberista e iper-autoritario.

Ma si rifletta anche sull'art. 41 che, subordina la libertà di impresa all'assenza di contrasto con gli interessi collettivi. E ancor di più segnalo il contenuto dell'art. 42 che richiede anche alla proprietà privata una funzione sociale.
Mirabile l'art. 43, il quale rende possibile la nazionalizzazione di imprese e settori strategici per l'economia e la società italiane.

Rammento l'art. 36 sulla remunerazione salariale, la quale deve essere sufficiente a condurre una vita dignitosa per il lavoratore e la sua famiglia.

Si tratta certamente di norme costituzionali, dalle quali discendono leggi ordinarie e principi cui la giurisprudenza deve attenersi, che subiscono nella loro attuazione, non attuazione, "oscillazioni" dovute ai diversi momenti dello scontro sociale, di classe, sindacale, politico e culturale.

Tuttavia essi sono nella carta costituzionale, pronti ad essere inverati se l'intelligenza, l'organizzazione, la forza sindacale e politica sono capaci di tradurli in realizzazioni sociali in modificazioni profonde a favore degli esseri umani che soffrono l'assenza di reddito, di lavoro, di cure, di istruzione e di serenità esistenziale.

La presenza, anche simbolica delle norme costituzionali è, infatti, vista con crescente insofferenza dal ceto politico governativo o finto oppositivo e dall'anonimo capitale finanziario e da JP MORGAN che vuole la rimozione della Costituzione perché, a loro avviso, viziato di elementi di socialismo.

Per noi è più favorevole, per la portata della nostra causa sindacale e per gli interessi sociali che difendiamo, la Costituzione repubblicana rispetto allo statuto Albertino, alla controriforma Renziana, al corporativismo fascista, alla ossificazione burocratica, partitica e pseudo classista della costituzione sovietica.

Il grande movimento anarchico e socialista vuole anche essere governo nella difesa della repubblica spagnola, perché questa era considerata l'ordinamento giuridico-politico favorevole alla rivoluzione sociale.

È così, gli anarchici difesero la repubblica dai fascisti e dagli stalinisti.
Noi non siamo indifferenti alla forma storico-giuridica che assumono gli Stati anche se non siamo, ne saremo statalisti.

Ci faremo promotori, presso i parlamentari politicamente disponibili, di un D.D.L. Costituzionale che abroghi l'attuale articolo 81 che impone il pareggio di bilancio e costituisce causa ed alibi per impedire gli investimenti in conto capitale, adeguati alla profondità della crisi sociale e lavorativa. Da questa ultima parola prendo lo spunto per affermare che non è più rinviabile una campagna sindacale permanente sui temi del lavoro, salario, patrimoniale, salute e casa.

Per questi motivi difendo il carattere democratico-sociale della Costituzione, delle classi lavoratrici, dei professionisti della scuola e del sindacato autonomo, libertario e d'ispirazione socialista qual è l'Unicobas. Auguro a tutti un bellissimo 2017 con elezioni politiche e l’abrogazione della Legge 107/2015 e l’approvazione di una nuova legge sulla rappresentanza sindacale.
Paolo Latella 

Unicobas Scuola Lombardia

Commenti

Post popolari in questo blog

Insegnanti su più scuole. Come decidere la ripartizione degli impegni?

L'Istituto Tecnico Economico e Tecnologico "Agostino Bassi" di Lodi diventa polo universitario

Ha senso chiamarla ancora Italia?