Una federazione dei sindacati di base per salvare lo stato sociale!

Credo sia arrivato il momento che l'intero sindacalismo di base italiano si unisca in una federazione. I sindacati confederali (tranne la Gilda) nell'ultimo incontro hanno dato il peggio di sé accettando le proposte di un Governo reazionario e fascista, quella della chiamata diretta e il contentino per i docenti a tempo indeterminato (solo una parte) di potersi trasferire in tutta Italia mentre gli altri docenti devono essere purgati con l'olio di ricino ed obbligati a rimanere in una sola regione come se fosse una zona di confino per tutta la carriera professionale. Per La Flc-Cgil, la Cisl, la Uil, l'Ugl e lo Snals tutto questo è normale anzi viene considerata una vittoria del sindacato. Ricordo Pantaleo, a maggio 2015, quando tuonava in radio e sui quotidiani contro la Legge 107. Purtroppo non è accaduto. 
Come possono i soggetti giuridici, che ricevono i contributi statali (sindacati confederali, gli editori di testate nazionali, le scuole paritarie confessionali), andare contro chi li finanzia con miliardi di euro? Mamma Cgil come fa a ribellarsi? Di fronte a questo immobilismo del sindacato a favore della casta politica, sempre a discapito dei lavoratori, è d’obbligo fare una scelta decisiva in difesa del lavoro e strategica, per l'esistenza stessa di un sindacato libero e antagonista. Dobbiamo fermare il disegno liberista, come sta accadendo in Italia e in Europa, che ha come scopo primario l’eliminazione dello stato sociale cancellando come prima azione il Sindacato. Non è un caso se Matteo Renzi ha bloccato e ridotto il diritto di sciopero vietando le manifestazioni a Roma durante la settimana( si può solo sabato e domenica...) e mettendo in atto tutte le azioni contro i lavoratori contrastivi.
E' necessario, perciò superare le divergenze tra sindacati di base, dobbiamo crescere, definire un patto d'azione di tutti i sindacati di base, la creazione di un grande e giovane Sindacato europeo basista, capace di nuove forme di lotta e di solidarietà. Una federazione si
ndacale di base (ogni organizzazione manterrebbe la propria autonomia nell'ambito dei propri iscritti) che abbia più peso politico-sindacale e possa sedere al tavolo della contrattazione difendendo il lavoratore e non il dirigente, il politico di turno che fa gli interessi di TREELLE, Comunione e Liberazione, Opus Dei, Confindustria.
Una federazione dei sindacati di base per salvare lo stato sociale!
Per farlo è necessario cambiare la legge sulla rappresentanza sindacale. I politici che amano la scuola pubblica laica statale hanno l’obbligo morale e sociale di ripristinare la democrazia sui luoghi di lavoro, presentando una proposta di legge che consenta a tutti i sindacati di poter presentare le liste sindacali nazionali, votando nelle scuole, come per i partiti, i propri candidati, poter fare le riunioni durante l'orario di lavoro, a tutt'oggi negata a tutto il sindacalismo di base. Ricordo che proprio l’Unicobas nel 1997 presentò ai Cobas una richiesta di federazione, quando ancora ci si poteva unire ma ricevette un netto rifiuto. Purtroppo oggi la situazione è cambiata, peggiorata. La legge sulla regolamentazione sindacale non permette di definire una federazione di diversi soggetti sindacali, per questo è fondamentale, lo ripeto ancora, presentare una proposta di legge che riporti la democrazia sui luoghi di lavoro!
Il rischio di essere cancellati da questo governo reazionario è altissimo, perciò mettiamoci al lavoro con tutti i sindacati di base e troviamo una soluzione insieme ai partiti, ai movimenti e a tutti gli amici e colleghi dei coordinamenti per una proposta di legge. Organizziamoci prima che sia troppo tardi. Il lavoro è un diritto non un favore!
Paolo Latella Insegnante e giornalista
Membro dell’Esecutivo Nazionale Unicobas
Segretario della Lombardia

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