COMUNICATO STAMPA 6.2.2016: Assunto dal Ministero presso un Istituto con Primaria e Medie invece che al Liceo, ad insegnante di latino e greco viene negato il superamento dell’anno di prova: succede in Italia grazie alla ‘riforma’ Renzi
COMUNICATO
STAMPA 6.2.2016
Assunto
dal Ministero presso un Istituto con Primaria e Medie invece che al
Liceo, ad insegnante di latino e greco viene negato il superamento
dell’anno di prova: succede in Italia grazie alla ‘riforma’
Renzi
Capita ad
uno dei 10.000 docenti (almeno) demansionati dalla ‘riforma’
Renzi. Si chiama Daniele Vita, s’è abilitato nella classe di
concorso A052 per insegnare italiano, latino, greco, storia e
geografia nel Ginnasio, come il suo titolo di laurea gli consente.
Quando parte la campagna di assunzioni è uno dei tanti precari
iscritti nelle ‘GAE’ (graduatorie ad esaurimento) ma, come altri
60.000, viene assunto solo a Novembre 2015, con la quarta fase (la
‘fase C’). Per questo motivo, come gli altri, viene destinato al
cosiddetto ‘organico potenziato’. Non ha quindi una vera
‘titolarità’ su una scuola e dovrà rassegnarsi a fare
(soprattutto) supplenze per tutto l’anno scolastico. Questo lo
aveva messo in conto, perché la singolare ‘riforma’ è costruita
così: invece che per ridurre l’esorbitante numero di alunni per
classe o ‘arricchire l’offerta formativa’, l’organico
potenziato si risolve, molto più prosaicamente, in una
deprofessionalizzante e ‘spicciola’ funzione da ‘tappabuchi’.
Però non
immaginava che queste supplenze le avrebbe dovute fare in un Istituto
Comprensivo, quindi nella scuola dell’Infanzia, nella Primaria e,
‘quando va un po’ meglio’, nella scuola Media. Né immaginava
che, per ‘sovrammercato’, sarebbe stato accolto dalla Dirigente
con un certo ‘sospetto’ e con la promessa che non gli sarebbe
stato destinato alcun ‘tutor’, come invece è previsto dalle
norme vigenti per i neo-assunti, e che pur lavorando avrebbe dovuto
anche ‘saltare’ a piè pari il primo dei due anni di prova che ha
a disposizione, perché a Giugno non potrà venir ‘valutato’. Gli
resterà così solo ‘la seconda chance’ e, se qualcosa dovesse
andare di nuovo ‘storto’, se di nuovo non trovasse posto
nell’organico di un Liceo, se venisse valutato negativamente o
semplicemente s’ammalasse non garantendo pieno servizio, potrebbe
venire licenziato senza appello. Questa la prospettiva resagli nota
risolutamente dalla prof. Paola Uncinotti, preside dell’IC ‘Casale
del Finocchio’, una borgata romana: ‘Lei qui dovrà svolgere un
lavoro diverso da quello che conosce, ed io non intendo valutarla’.
È a questo
punto che il nostro Prof si trova costretto ad interessarsi della
strana condizione destinatagli dalla ‘riforma’, capendo anche di
star facendo, incolpevole, le ‘spese’ delle difficoltà create
alla scuola nella quale è stato spedito d’ufficio dal Ministero,
che aveva chiesto invece insegnanti della primaria e delle Medie. Una
scuola dove certo non esistono né il latino, né il greco. Però sa
di non essere solo. Come hanno fatto nei 10.000 altri casi nei quali
altri Istituti comprensivi, avendo chiesto un insegnante di
educazione motoria, si sono visti arrivare un laureato in diritto o
filosofia? Che è successo in quei Professionali ove, nonostante
servisse un docente di matematica, se ne sono visti arrivare due di
storia dell’arte? Quali ‘previsioni’ normative ha adottato la
Giannini per far fronte a tale (davvero singolare) emergenza che per
la prima volta nella nostra storia devono affrontare le scuole? La
Circolare Ministeriale 36167, del 5.11.2015, pur considerando ad
esempio l’insegnamento di sostegno (nonostante la specializzazione
necessaria s’affianchi al titolo di studio ed all’abilitazione)
come un ‘jolly’ in qualsiasi ordine e grado venga svolto,
nonostante faccia ‘salti mortali’ per considerare ‘affini’
materie del tutto distinte, non contempla il casus di specie. Così
il Prof. Vita scopre che se ne vedono di tutti i ‘colori’:
colleghi in situazioni analoghe sono stati soddisfatti per l’anno
di formazione ‘chiudendo un occhio’, altri invece versano in
condizioni analoghe alle sue. Così si rivolge, nell’ordine, di
nuovo alla Preside, poi alla Direttrice dell’Ufficio Scolastico
Provinciale (Spallino), quindi a Gildo De Angelis (Direttore
Regionale del Lazio), ed infine a Marilena Novelli, Direttore
Generale del Personale al Miur. La prima gli ribadisce che le
indicazioni non sono chiare e che non può farci nulla, gli altri
danno ‘ragione’ a lui, ma sostengono di non poter intervenire
sulla Dirigente della scuola, che è ‘autonoma’ nelle decisioni,
mentre l’ultima, dopo essersi detta ‘sorpresa’, sostiene di non
poter fare una circolare specifica perché si solleverebbe un
‘vespaio’ di ricorsi, relativi a simili ed altri casi, che
sommergerebbero il Palazzo (come quelli che sta appunto facendo
partire l’Unicobas).
Semplicemente,
la circolare non ha tenuto conto della situazione nella quale si
trova chi è stato mandato su un ordine e grado diverso da quello
d’appartenenza, mentre invece consente di insegnare (e quindi
passare l’anno di prova) su materie del tutto differenti, purché
siano nel medesimo ordine grado. Quindi non avrebbero dovuto
assegnarlo ad un Istituto Comprensivo. Ma non è possibile che, una
volta che ce lo hanno spedito, debba ‘arrangiarsi’ (subendo) ed
il Miur non preveda altro che fargli perdere il primo anno di prova
come fosse un incapace o si fosse dovuto assentare per mesi, mentre
invece lo stesso Miur pretende che lavori e stia zitto! Chi è nelle
sue condizioni che prospettive ha, se non intentare, per forza, una
causa per demansionamento (tipico anche nel mobbing), chiedendo al
Miur i danni per lo stress che sta vivendo, quindi perché,
incolpevole, è stato gettato ‘nella fossa dei leoni’ senza la
benché minima luce normativa alla quale appellarsi? Non è davvero
possibile che per la ‘Buona sQuola’ si sacrifichino le vite dei
docenti, la loro professionalità e la qualità stessa
dell’istruzione, col risultato di un caravanserraglio pensato da
incompetenti ed arroganti politici che, a livello gestionale come
didattico, si sono rivelati, già alla metà del primo anno della
‘riforma’, solo meri analfabeti. Si troverà un ‘giornalista in
Danimarca’ con attributi idonei a ‘sbugiardare’ pubblicamente
un tale disastro?
Stefano
d'Errico (Segretario Nazionale dell'Unicobas
– cell. 3355272588)
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