Sciopero il 14 novembre 2012 - mobilitazione !!!
DECISO: ANCHE L’UNICOBAS SCIOPERERA’
MERCOLEDI’ 14 NOVEMBRE 2012
INTERA GIORNATA E MANIFESTAZIONE
NAZIONALE A ROMA
24 0RE PER I DOCENTI? SI’, MA DI
SCIOPERO !!!
Se i Cobas non vanno dall’Unicobas, l’Unicobas andrà dai
Cobas. Abbiamo revocato lo sciopero che avevamo indetto per Venerdì 16 Novembre
e proclamato lo sciopero generale della scuola per Mercoledì 14 Novembre. Lo
facciamo per l’unità della categoria: uniamo il sindacalismo
alternativo per vincere.
Avremmo preferito un Venerdì perché un giorno infrasettimanale è meno idoneo ad una
manifestazione nazionale.
Inoltre,
sulla scelta Cobas influisce l’indicazione della CES (‘CISL’ internazionale,
alla quale dopo la caduta del muro ha aderito anche la CGIL), deviando l’attenzione
dallo specifico scuola su di una data segnata dalla general-generica ed inaccettabile
‘piattaforma’ scelta dai sindacati concertativi, che non contesta minimamente
la politica della Banca Centrale
Europea, all’origine dei provvedimenti presi dal Governo Monti, 24 ore di
docenza incluse. Il rischio della confusione è evidente, così come quello di
mandare in secondo piano la lotta della scuola. Perciò riteniamo che il 14 Novembre,
ogni iniziativa di piazza debba venire caratterizzata dalla presenza della
scuola in testa ad ogni corteo. L’Unicobas, contrariamente a quanto scelto dai
Cobas (che pensano ad iniziative locali), sta lavorando per una manifestazione
nazionale a Roma dalla mattina sotto il Ministero dell’Istruzione.
L’aumento d’orario a 24 ore per i docenti è ancora nel testo
che verrà discusso dal 5 Novembre in aula. Le dichiarazioni relative allo ‘stralcio’
del provvedimento, rese dagli esponenti del Governo non convincono il mondo
delle scuole, anche perché lo stesso Profumo ha ammesso di aver in serbo
comunque un provvedimento ‘parallelo’, come sul blocco dei contratti e dell’indennità
di vacanza contrattuale. Per l’Unicobas, sino a quando il Ministro non compirà
atti precisi, idonei a rendere davvero visibile la rinuncia all’orario
maggiorato, il rischio permane. D’aumento d’orario non se ne deve parlare più,
neppure destinandolo alla ‘contrattazione’. È semplicemente inaccettabile.
Inaccettabile perché in 5 anni taglierebbe almeno 30.000 cattedre.
Inaccettabile perché non solo produce un aumento generale dei carichi di lavoro
senza alcuna contropartita economica, bensì snatura proprio lo specifico della funzione docente al
livello impiegatizio. Inaccettabile perché a 24 h. di docenza si aggiungono
almeno altre 4 ore di lavoro extra-cattedra (un terzo in più del già ampio
orario sommerso per preparazione lezioni, correzione compiti, valutazione
individuale, riunioni di scrutinio, programmazioni, riunioni Consigli di
Classe, Collegi dei Docenti), per un totale di circa 40 ore settimanali).
Lo sciopero assume inoltre come obiettivo irrinunciabile
anche il netto rifiuto del cd. Ddl ‘Aprea’, che introdurrebbe la chiamata
diretta (e discrezionale) del personale da parte del dirigente scolastico, l’ingresso
del privato come committenza nei Consigli di Istituto, la valutazione
discrezionale del personale da parte del dirigente medesimo e l’annullamento di
fatto degli Organi Collegiali.
In
questa prospettiva, ogni ipotesi di adesione alla giornata di sciopero del 24
novembre indetto da Confederali SNALS e Gilda (con l’adesione dei Cobas) appare
irricevibile, per la miseria degli obiettivi indicati nella piattaforma
proposta (che non menziona l’opposizione al ddl ‘Aprea’, vero e proprio veicolo
di privatizzazione dell’istruzione pubblica) e ancor
più per la presenza tra le forze promotrici di sigle sindacali da sempre
inclini ad avallare le politiche governative, che presumibilmente si preparano
ad accettare compromessi al ribasso e a svendere la categoria, come già successo
ai tempi dello sciopero del 30 ottobre 2008 ‘contro’ la riforma Gelmini, ‘piazzato’
esattamente per il giorno dopo l’approvazione
definitiva di quella legge che destrutturò poi la qualità della scuola,
tagliando 130.000 fra cattedre e posti ATA. D’altra parte la stessa data
fissata per quello sciopero richiama la farsa, visto che il sabato risulta in
servizio solo il 20% dei docenti, sono chiuse tutte le scuole primarie (sulle
quali grava comunque la trasposizione delle 2 h. di programmazione settimanale
sull’orario frontale) e la metà delle medie inferiori.
Lo
sciopero viene preparato con la proclamazione immediata dello stato di
agitazione a livello locale e nazionale, così articolato: nella settimana dal 5
al 10 novembre, in concomitanza con la discussione in Parlamento egli
emendamenti al testo del decreto di stabilità, l'iniziativa di lotta
"Profumo di didattica" che prevede assemblee dei lavoratori, con gli studenti,
con i genitori, didattica alternativa e l'astensione da ogni attività aggiuntiva
non obbligatoria, presidi ed iniziative locali.
Stefano d'Errico (Segretario nazionale
Unicobas)
Lo sciopero è un diritto! Lo so... è una mazzata la trattenuta circa 80 euro! Ma dobbiamo a tutti i costi bloccare la strategia che è quella di regalare la scuola pubblica ai privati! Il diritto all'istruzione è sancito dalla costituzione italiana! Un abbraccio a tutti voi...
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=PnLirkSu5_k
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