Forse a qualcuno non è ancora chiaro che la scuola che avevamo prima del 18 febbraio 2020 non l'avremo più.

Forse a qualcuno non è ancora chiaro che la scuola che avevamo prima del 18 febbraio 2020 non l'avremo più. 

Che da settembre purtroppo per colpa del coronavirus, la scuola cambierà, chiamatela come volete, scuola d'emergenza, scuola di frontiera, scuola di trincea o altro e la priorità non sarà più il libro o il computer ma la velocità di connessione. 

Chi contesta ancora e a prescindere la DAD non ha ben chiaro cosa vuol dire emergenza. 

Lo dico da tempo, perché anche se parte della didattica si farà a scuola o nei parchi e comunque all'aperto, un'altra parte degli studenti dovrà per forza seguirla da casa. È anche impensabile dividere le classi in sotto classi diurne o pomeridiane o addirittura serali perché ci vorrebbero almeno 500mila docenti in più e 150mila collaboratori scolastici, tecnici e amministrativi. 

Per questo è necessario che il Governo stanzi miliardi per la didattica a distanza, consentendo a tutte le famiglie di avere sia i dispositivi che la giusta velocità di connessione. Per i più piccoli anche le tavolette grafiche per le applicazioni pratiche, per scrivere e disegnare e anche del personale di supporto adeguatamente protetto. 

Bisognerà che i sindacati si siedano al tavolo con il ministro e definiscano il nuovo contratto di lavoro che preveda un aumento salariale sostanziale e corposo e soprattutto il diritto alla sconnessione, cioè che un docente terminata la sua attività didattica abbia il diritto di occuparsi della propria vita privata. Maggiori assunzioni di docenti e personale ata. 

Dividere le classi vuol dire maggiore personale. Il diritto alla connessione per quei genitori che tengono a casa i figli immunodepressi e con gravi patologie se il rischio di contagio è alto e i dirigenti non hanno provveduto ad organizzare una didattica distribuita e suddivisa e a sanificare correttamente gli ambienti. Il diritto appunto di tenere a casa i figli e di usufruire della didattica a distanza. 

Maggiori contributi alle aziende di trasporto pubblico come le società di pullman che dovranno aumentare le corse nello stesso orario ed assumere più personale per la questione del distanziamento sociale.

Paolo Latella

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