Gli effetti del Coronavirus


In Veneto accade anche questo...
Mi hanno scritto diversi colleghi precari che per colpa della sospensione delle lezioni hanno perso il lavoro.
Non trovo giusto che ai precari nominati sui colleghi in malattia o in maternità non gli venga prolungata la supplenza.
La didattica a distanza coinvolge anche i colleghi precari che garantiscono agli studenti lezioni video e esercizi di consolidamento, ripasso e approfondimento.

Non sono figli di un Dio minore! Come non lo sono gli assistenti amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici costretti a stare a scuola spesso negli stessi uffici a meno di un metro di distanza tra loro.

Ho sempre ribadito dell'importanza della didattica a distanza come processo di consolidamento, ripasso e approfondimento della didattica.

Questo è un momento particolare e di emergenza ma proprio per questo quando ritorneremo a scuola, si apprezzerà ancora di più la lezione frontale e di gruppo.

La presenza della classe e dell'insegnante è patrimonio della scuola pubblica laica italiana.
Il momento di difficoltà che stiamo vivendo non deve però pesare sugli studenti.

Va bene spiegare in streaming ma interrogare gli studenti tramite WhatsApp mi sembra pazzesco, assurdo e paradossale, purtroppo accade anche questo in Lombardia.

Non vorrei che si verificasse la sindrome del più bravo della scuola (un virus presente da tantissimi anni tra il corpo docente e che ha toccato picchi impensabili con i bonus premiali...), perché qui non si vince nulla.

Insomma l'emergenza per il coronavirus ha evidenziato pro e contro dello smart learning e smart working:

1- gli insegnanti sono in grado di fare lezione anche in situazioni di difficoltà.
Infatti, come testimoniano i dati contenuti nel rapporto della Corte dei Conti, rivelati dal Sole 24 Ore, più del 70% degli insegnanti ha usato la carta docente per acquistare Pc e tablet.
Tutti i docenti usano tranquillamente il cellulare e leggono post sui blog e inviano messaggi su WhatsApp.

Già dall'indagine Pisa 2012 è emerso che il 72% degli studenti usavano il PC (siamo nel 2020...)
Tutti gli insegnanti e il personale sa usare il computer, consultare google e mandare email, anche perché è obbligatorio avere un'email istituzionale.
Tutti i docenti usano Word, un po' meno Excel.
Tantissimi usano i social, ascoltano musica e guardano i film.
Moltissimi se non la totalità, sa inviare un allegato in formato pdf.

2 - gli studenti riescono a seguire le lezioni utilizzando le varie piattaforme software.

3 - il dialogo e il rapporto tra insegnante e alunno cresce e si rafforza nei momenti di difficoltà indipendentemente se usare o meno un dispositivo elettronico.

4 - che molte riunioni a scuola possono essere effettuate in streaming.

5 - l'importanza e la presenza del docente, che non è assolutamente sostituibile da un computer o da una piattaforma software.

6 - che l'attenzione degli alunni è strettamente collegata con la lezione del docente che in classe e in laboratorio è in grado di percepire se il gruppo o la classe sta seguendo. Questo non può accadere con le lezioni virtuali e i video perché si perde il contatto con la realtà.

7 - che le interrogazioni orali in classe e in laboratorio fanno emergere e crescere il sapere critico, le conoscenze e le competenze degli studenti. L'empatia vera, quella sana esiste solo con il contatto visivo con la presenza reale e non virtuale.

8 - l'importanza dell'insegnante nella società.

9 - la scuola non è un parcheggio dei figli perché i genitori lavorano.

10 - la scuola è uno spazio importante, reale non virtuale dove ci si confronta, si apprende, si studia, si cresce, dove si impara a consolidare il libero arbìtrio, ci si innamora della bellezza di un'idea e si comprende quanto sia importante crescere liberi senza imposizioni e limitazioni dottrinali e sociali.


Paolo Latella

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