Una riflessione sul precariato nella scuola

Il primo maggio 🌹 è anche il giorno per fare una riflessione sul precariato nella scuola.

Molti di voi conoscono il mio pensiero sui colleghi che firmano contratti a tempo determinato

Siamo tutti professionisti nella propria materia, visto che abbiamo studiato.

Nessuno mette in dubbio questo passaggio, perché se sei dietro un cattedra vuol dire che hai il titolo per farlo ma ricordo che nessuno è un tuttologo!

Ci sono però da fare due distinguo.

Bisogna prima di tutto stabilizzare chi è in seconda fascia perché ha superato un concorso abilitante in Italia o ha superato la Siss ( questa proposta non è valida per chi ha comprato il titolo in Romania, Bulgaria, Spagna, Croazia, ecc)

e parallelamente definire un piano di assunzioni per chi non è abilitato ma ha almeno tre anni di servizio su cattedra vacante.

Un doppio canale ben definito con il diritto di prelazione per chi è in seconda fascia per essere assunti sui posti vacanti, ripeto vacanti.

La Lega ha scelto di difendere chi non ha l’abilitazione perché di fatto sono tantissimi rispetto a chi ce l’ha.

Puro opportunismo, questioni di numeri? Di voti forse... perché siamo in prossimità dell’elezioni europee.

Mario Pittoni (Lega) dovrebbe però ricordare, visto che è un senatore della Repubblica italiana e non della Lombardia e del Veneto, che i diritti acquisiti devono essere rispettati.

Chi ha un’abilitazione ha il diritto di essere stabilizzato prima di tutti e il ministro Bussetti che ha insegnato diritto scolastico all’Università Cattolica, dovrebbe saperlo!

Il Miur ha il dovere di riconoscere i docenti secondo la regola meritocratica del pubblico impiego.

Non sono d'accordo di spostare i docenti sul potenziato perché chi insegna e chi ha insegnato fino ad oggi, deve poter continuare a farlo, sostituire i colleghi nelle supplenze non è insegnamento!

Spero di essere stato chiaro ed è quello che ripeterò in Piazza Monte Citorio il 17 maggio dopo aver spiegato perché l’autonomia differenziata è pericolosa e aver gridato “No alla regionalizzazione” davanti al Parlamento!

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