L'intervento integrale di Paolo Latella al convegno sulla scuola organizzato dal M5S a Vicenza venerdì 24 novembre 2017: La “Buona scuola” produrrà soltanto generazioni di NEET!

La “Buona scuola” produrrà soltanto generazioni di NEET!


L'intervento integrale di Paolo Latella al convegno sulla scuola organizzato dal M5S a Vicenza venerdì 24 novembre 2017 




“I governi italiani di centro destra e centro sinistra non hanno mai investito nella scuola pubblica laica statale. Il messaggio che sta passando è che i nostri studenti, i nostri figli sono solo dei costi standard e non delle risorse. Hanno stimato in 7500 euro all'anno il costo per ogni singolo studente e 21 mila euro all'anno per uno studente ripetente (ecco perchè la tendenza a non bocciare più, è sempre più elevata).

Invece dovrebbe essere il contrario, bisognerebbe investire nell'istruzione, nella cultura perchè i nostri figli sono il futuro di questa nazione ed hanno il diritto di poter studiare gratis, dico gratis nel vero senso della parola!

La Legge 107, definita da Matteo Renzi la Buona Scuola, non entra nel merito della cultura e non ha stabilito un sistema che cancelli la regressione culturale che sta colpendo la nostra nazione!

In Italia, i genitori hanno più cultura dei figli e in molte regioni i genitori sono più istruiti dei figli. Non è era mai successo.

L'Italia è la nazione europea con il più alto numero di NEET( not (engaged) in education, employment or training) giovani che non studiano, che non sono impegnati in un percorso di formazione, non cercano lavoro e non lavorano.

La Commissione europea ha realizzato un'indagine ed è emerso questo dato allarmante: in Italia i NEET sono il 19,9% contro una media Ue dell'11,5%.

Questo pericoloso fenomeno sociale, nel nostro Paese, interessa la fascia di età compresa fra i 16 e i 35 anni.

C'è un altro elemento che rischia di allontanare i nostri giovani dai percorsi lavorativi ed è la decisione di Bruxelles, che nel 2014 ha definito una data importante per diventare professionisti europei alzando il livello di studio. Infatti dal 2020 per tutti i liberi professionisti europei, il titolo universitario dovrà essere obbligatorio. Uno degli obiettivi primari per l'Unione Europea è quello di agevolare la libera circolazione del lavoro.

Come può la nostra nazione uscire da questa situazione?

La "cura" immediata deve passare da questi elementi indispensabili e improrogabili:

1) Alzare l'obbligo scolastico a 18 anni.

2) Non ridurre i 13 anni di scuola dalla primaria alle superiori di secondo grado (cancellando definitivamente l'idea pericolosa delle scuole superiori (tecnici e Licei) light).

3)Ripristino delle ore di lezione cancellate dalla Riforma Tremonti-Gelmini.

4) Attivare in tutte le scuole superiori collegamenti diretti con le università o meglio ancora aprire corsi triennali di laurea direttamente nelle scuole per consentire di proseguire gli studi, raggiungendo eccellenti livelli di preparazione culturale con conoscenze e competenze appropriate e sopratutto ridurre i costi per gli studenti che potrebbero seguire le lezioni direttamente nella scuola in cui hanno frequentato le superiori.

Queste scelte farebbero onore alla scuola pubblica laica statale. Questa è la scuola pubblica di Calamandrei che ha sempre difeso e esaltato.

Giacciono impolverate nel cassetto del ministro (prima Carrozza, poi Giannini e adesso Fedeli) tre sentenze esecutive del Tar del Lazio, che bloccherebbero la riforma Tremonti Gelmini se applicate, dove si chiede l'immediato ripristino delle ore di lezione cancellate delle materie di indirizzo e dei laboratori negli istituti tecnici e professionali Purtroppo il ministro Fedeli in linea con i comandamenti della Legge renziana “La buona scuola” vuole addirittura che si studi di più a scuola e meno a casa e la sua ricetta è:

Confermare il taglio degli otto miliardi di euro della riforma Gelmini, ha approvato i decreti attuativi! il DPR 31 luglio 2017 n. 134 integrativo del regolamento di riordino degli istituti tecnici (DPR 88/10) e il DPR 31 luglio 2017 n. 133 integrativo del regolamento di riordino degli istituti professionali (DPR 87/10). Questi decreti integrativi chiudono per sempre la possibilità agli studenti italiani di raggiungere le competenze professionali con un monte ore adeguato, confermando di fatto la riduzione drastica delle ore di laboratorio.

Cancellare l'ultimo anno, in questa fase di sperimentazione, a 100 scuole statali che hanno richiesto il percorso di studi a 4 anni (tecnici e licei light)

Confermare le 400 ore (in tre anni) di stage per gli istituti tecnici e 200 ore all'anno per i licei riducendo drasticamente le ore di lezione a scuola. Pensate che se passasse il corso di 4 anni a regime, i ragazzi dovrebbero oltre a recuperare 200 giorni di lezione, svolgere le ore di stage nel 3 e 4 anno anche quelle “perse” nel quinto anno. Insomma siamo alla pazzia pura e viva l'ignoranza!

Incentivare il lavoro minorile a costo zero producendo schiavi utili a Confindustria. 
Ho creato un sito dove denunciare lo sfruttamento degli studenti: (https://unicobaslombardia.wixsite.com/sfruttamentominorile)

Consentire ai privati (tutor aziendali) di entrare pesantemente e pericolosamente nel processo di valutazione della scuola statale, compilando il modulo valutativo e di fatto giudicare in 15 giorni di stage gli studenti. Modulo che peserà agli esami di stato dal 2019.

Aumentare la dispersione scolastica. Molti studenti abbandonerebbero il ciclo di studi delle scuole superiori perchè non reggerebbero le ore di lezione pomeridiane. Molti genitori non sanno che i 200 giorni di scuola “persi” nel quinto anno dovranno essere suddivisi nel terzo e quarto anno con conseguenti disagi agli studenti che rimarrebbero obbligatoriamente a scuola almeno tre pomeriggi alla settimana fino alle 19, riducendo o addirittura eliminando i propri interessi sportivi e soprattutto lo studio a casa. Pensate agli studenti pendolari che arriverebbero a casa alle 20...

Taglio delle cattedre e del personale non docente (amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici) perchè per consentire agli studenti di rimanere solo alcuni pomeriggi verrebbero tagliate ulteriori ore di lezione e di conseguenza posti di lavoro. Il sindacato Unicobas Scuola & Università ha stimato 70 mila posti di lavoro in meno come insegnanti e 8mila posti nel personale ata se dovesse appunto passare la riforma delle scuole superiori a 4 anni.

Ricordo che questa legge (L. 107/2015) è stata approvata a colpi di fiducia richiesta dal Governo Renzi sia alla Camera che al Senato.

La legge 107 con i propri decreti attuativi e con le leggi finanziarie e di stabilità non ha niente a che vedere con il modello di autonomia funzionale definita originalmente dalla legge 59/1997, che prefigurava le scuole come realtà di programmazione didattica e progettuale, e dal decreto legislativo 112/1998, che assegnava agli enti territoriali tutte le azioni di supporto a quella didattica (diritto allo studio, educazione degli adulti, supporto all’handicap, sicurezza, edilizia).
La “Buona scuola” è un contenitore vuoto che spinge il sistema scuola in una logica aziendale - centralistica.

Il Miur e gli Uffici scolastici regionali con la legge 107 acquisiscono poteri mai avuti nei confronti dei dirigenti scolastici che, peraltro, le nuove norme rendono terminali responsabili di tutte le procedure burocratico-amministrative e gestionali.

L’autonomia scolastica, pensata nel 1997 avrebbe dovuto consentire allo Stato di acquisire un modello di federalismo moderato e partecipativo invece la 107 ha creato un mostro normativo che lede i principali diritti della Costituzione italiana.

Ovviamente che rapporto c'è tra la responsabilità del dirigente scolastico e l'autonomia scolastica?

Nessuno lo sa, tanto meno il legislatore renziano nella Legge 107/2015 che non chiarisce il punto.

Vogliamo parlare dei consigli di classe che sono obbligati a cercare le aziende (se la scuola non è in grado di definire accordi sul territorio).
Se gli studenti non svolgono gli stages obbligatori non potranno nel 2019 sostenere gli esami di stato. La responsabilità in parte potrebbe ricadere sui docenti. Adesso i proff devono fare anche i procacciatori di stage? Siamo alla follia!

Ricordo alla Fedeli che gli insegnante sono dei professionisti della didattica e non dei commessi viaggiatori. Gli studenti non sono gli schiavi del terzo millennio.

Un altro elemento che pone la Legge 107 come una legge reazionaria e contraria alla Costituzione è il famoso organico potenziato. In nessuno Stato dico nessuno Stato si fa firmare un contratto a tempo indeterminato ad un docente senza assegnargli la cattedra per la quale ha studiato e a superato master, abilitazioni e concorsoni.

Federica, la mamma di una studentessa di Milano, mi ha scritto:

"La “buona scuola “ è un caos prof. Latella! Volevo informarla che la classe di mia figlia a novembre ha già cambiato diversi insegnanti sia nelle materie tecniche che nelle materie umanistiche, ha cambiato due volte destinazione dello stage, non ci sono soldi per i corsi di recupero, i bagni sono sempre rotti, le ore di laboratorio sono praticamente state cancellate, ci sono nei corridoi insegnanti che non conosce e che vengono utilizzati esclusivamente per le supplenze mentre potrebbero aiutare gli studenti nelle materie dove hanno le insufficienze.
La lavagna interattiva multimediale nella classe di mia figlia non funziona e sono costretti ad spostarsi in altre aule.
La connessione Internet spesso non funziona oppure è troppo lenta. Mia figlia racconta che la prima ora di lezione si perde perchè il registro on line non funziona e gli insegnanti fanno fatica a registrare e a giustificare le assenze, a firmare.

Gli insegnanti fanno fatica a portarli in viaggio d’istruzione all’estero perchè ci sono troppe responsabilità, troppi rischi, nessun rimborso e i pochi proff che accettano di accompagnarli devono spendere i propri soldi per il pranzo perchè non è compreso.

Mia figlia mi racconta che gli insegnanti precari che entrano in classe sono preoccupati perchè ancora a novembre non hanno percepito gli stipendi di settembre.

Non capisco perchè lo sportello “di ascolto” rivolto agli studenti sia gestito dall'insegnante di religione. Insomma è come se si creasse un filo diretto con Gesù... mi sa tanto di Opus Dei.

Questa è la “Buona Scuola” del Governo italiano? Sono veramente preoccupata per mia figlia e per tutti gli studenti. Questa “Buona scuola” è un caos!"


La signora Federica ha centrato praticamente quasi tutte le criticità accentuate dalla Legge 107 e spesso sono proprio queste criticità che tolgono interesse agli studenti che abbandonano la scuola e rischiano di diventare un NEET!

Bisogna restituire alla scuola il ruolo costituzionale che gli compete!
Bisogna partire dalle fondamenta dello strato giuridico-sociale!
Per riparare le “paratie” istituzionali, bloccando la dispersione scolastica e per farlo bisogna intervenire a monte!

Bisogna restituire prima di tutto il sorriso agli insegnanti e al personale non docente, restituendo loro la professionalità, il loro riconoscimento giuridico che sono stati vergognosamente cancellati.

E' necessario abrogare il decreto legislativo 29/1993 del Governo Amato che ha incluso la scuola (ma non Università, Magistratura, ‘Sicurezza’ e Difesa, etc.) nella privatizzazione del rapporto di lavoro dei pubblici dipendenti, così che il nostro contratto è paradossalmente divenuto di natura privata proprio perché inseriti nel pubblico impiego, mentre è rimasto di natura pubblica per altri settori retribuiti dallo stato (in primis l’Università, dove si esercita la nostra stessa funzione)”.

Il decreto 29 ha trasformato il preside in ‘datore di lavoro’ ancor prima che diventasse ‘dirigente’: per questo è stata possibile la chiusura del cerchio avvenuta con la legge 107.

Era ovvio che questo singolare ‘datore di lavoro’, prima o poi, sarebbe diventato colui che t’assume, ti ‘valuta’ e ti licenzia”. Il Decreto Brunetta docet!

Se non si sposta la scuola fuori dal campo di vigenza del decreto 29 (come sono da tempo Università, Magistratura, ‘Sicurezza’ e Difesa, etc.) ogni battaglia contro la 107 diventa inutile. Come è inutile parlare di aumenti veri per il personale della scuola perchè proprio il DM 29 /1993 Governo Amato blocca gli aumenti. In pratica gli aumenti salariali non possono superare l'inflazione programmata. Quindi gli 85 euro lordi in tre anni sono la vergognosa realtà che nasce proprio da lì... dal quel decreto! Bisogna cancellarlo!!!

Bisognerebbe istituire il Consiglio Superiore della Docenza (con diramazioni provinciali), adibito a garantire, così come per la Magistratura, l’autonomia e la terzietà della Scuola pubblica.

Il Movimento Cinque Stelle ha già ricevuto nei mesi scorsi dall'Unicobas Scuola & Università queste proposte compresa quella sulla rappresentanza sindacale:

http://www.unicobas.org/index.php/chi-siamo/11-l-unicobas-e-lo-specifico-della-funzione-docente
http://www.unicobas.it/ddlrappresentanza.htm

Queste proposte permetterebbero di riportare la scuola statale come diritto costituzionale, creando quel cambio di rotta fondamentale per i nostri figli, per i nostri studenti, per il futuro di questa nazione.

Non dimentichiamo mai l'art. 33 della Costituzione e soprattutto non dimentichiamo la frase scolpita sul Palazzo della Civiltà Italiana a Roma: «Un popolo di poeti di artisti di eroi / di santi di pensatori di scienziati / di navigatori di trasmigratori».

Se non vogliamo che i nostri giovani rimangano i meno istruiti e i meno pagati d'Europa (nei propri contratti di ingresso (Fonte: Ilsole24ore), con una retribuzione annua lorda di 30.400 euro che scende a 21.300 euro (e molto meno) quando si parla di stipendio netto), dobbiamo invertire la rotta e puntare nell'istruzione pubblica laica statale!
Non c'è più tempo! E' arrivato il momento di investire nei nostri studenti che sono una risorsa, sono il futuro del nostro bellissimo Paese e non un costo standard!”

Paolo Latella
Segretario Unicobas Lombardia Scuola & Università

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