Dalla "Buona Scuola" alla riduzione dei salari. Presidi (Dirigenti Scolastici) in crisi, meno poteri ma più responsabilità.

Dalla "Buona Scuola" alla riduzione dei salari. Presidi (Dirigenti Scolastici) in crisi, meno poteri ma più responsabilità.

Strano destino, quello dei presidi, dovevano diventare super ma oggi sembrano l’ultima ruota del carro. Messi fuori dal ruolo unico dei dirigenti della pubblica amministrazione, per loro c’è la riserva indiana dell’area quinta del contratto dei dirigenti pubblici in cui
contano meno di tutti nonostante la pletora incomparabile di responsabilità.
«Prova ne sia, dicono dall’associazione nazionale presidi, il rapporto medio dirigente/unità di personale dipendente (1/144) che supera di quattro o cinque volte quello di qualsiasi altro ufficio dirigenziale», attacca l’Anp, l’associazione nazionale presidi. E come se non bastasse adesso si vedono tagliati anche gli stipendi. La denuncia è che, con differenze in base alle regioni, si va da un taglio del 15,60% nel 2012/2013 a uno del 26,65 nel 2015/2016. La perdita strutturale è pari a 4.597,59 euro annui, 353,66 euro mensili. A un anno dalla riforma, la categoria su cui la Buona Scuola fondava tutte le sue speranze per rilanciare la scuola italiana è già in rivolta e l’Anp annuncia la sottoscrizione di una petizione per tutto il mese di marzo, quale primo atto di mobilitazione «per contrastare il tentativo di depotenziare la funzione dirigenziale nella scuola e per chiedere ancora una volta con forza il riconoscimento economico che non può essere ulteriormente rimandato».
Adesso parte la valutazione dei dirigenti scolastici ad opera dei nuclei esterni di valutazione. A loro spetterà giudicare l’operato dei presidi con l’eventualità, in caso di esito negativo, di ulteriore riduzione della retribuzione di risultato. Che le acque per i presidi si sarebbero fatte brutte lo si era intuito già all’indomani della legnata delle ultime amministrative, quando l’allora ministra Stefania Giannini, in cerca di recupero credito presso i docenti, annunciò trattamenti draconiani per i dirigenti scolastici.
Di lì a poco, infatti, ecco uscita la direttiva 25/2016 sulla valutazione dei ds:
i dirigenti scolastici rappresentano l’unica categoria della scuola, insieme agli studenti, a essere valutata. Tra l’altro adesso i dirigenti scolastici dovranno compilare il portfolio. E c’è già chi commenta che è paradossale che il portfolio, abolito per gli studenti ai tempi della riforma Moratti, venga oggi reintrodotto sì, ma per valutare i presidi.
(Giovanni Brusio - Italia Oggi - Azienda Scuola).


La figura del dirigente scolastico credo sia una stortura voluta dai governi di centro destra e centro destra e purtroppo accettata e condivisa dalla Flc-Cgil. 

Bisognerebbe tornare alla figura del Preside. La scuola è collegialità non azienda!

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