Sto difendendo un insegnante di una scuola primaria di Milano accusato ingiustamente...

Accade in una scuola primaria statale nella provincia di Milano.
Sto difendendo un insegnante, nella fase pregiudiziale, accusato dal dirigente scolastico per aver abbandonato la classe durante la lezione (è andato in bagno perché stava male). Nella classe sono presenti un bambino disabile grave e un bambino bes.
La lettera di contestazione di addebito fa riferimento proprio a questo episodio.
La memoria difensiva dimostra che:
1) L'insegnante ha spesso denunciato al dirigente scolastico l'assenza dell'insegnante di sostegno che si rifiuta di rimanere in classe perchè a suo dire è responsabile solo del bambino disabile .

2) Il bambino bes ha atteggiamenti aggressivi ed è pericoloso. Ha aggredito fisicamente una insegnante mandandola al pronto soccorso, ha malmenato diverse compagne ma non sono stati presi dei provvedimenti.

3) Il personale scolastico presente nel corridoio, alla richiesta di aiuto del docente perchè doveva andare in bagno si è rifiutato di vigilare per il brevissimo periodo la classe.

4) Alla richiesta con l'interfono al vicario di provvedere alla breve sostituzione, il vice preside ha detto che non c'erano insegnanti disponibili mentre in sala insegnanti erano presenti docenti in attesa di supplenza.

Ricordo che è compito del dirigente scolastico definire tutte le strategie e attivare tutte le azioni idonee all'inclusione e al superamento di queste criticità. Il bambino va tutelato e difeso e nella classe non devono accadere situazioni del genere, i bambini devono vivere la quotidianità scolastica in modo sereno. Come stabilisce la normativa, nella classe deve essere presente un insegnante di sostegno che non deve occuparsi solo dello studente disabile grave.

Inoltre il dirigente sta inviando quasi una raccomandata al giorno al docente che si trova in una situazione psicologica critica. Addirittura sono state contestati anche ritardi inesistenti sia di ingresso che di consegna del programma proprio nei giorni in cui l'insegnante era in malattia. 

Il consiglio di classe non è intervenuto in difesa del collega... ulteriore dimostrazione di come, a volte, i colleghi si disinteressano delle situazioni e pensano solo al proprio orticello per non avere problemi... con il DS.
Stiamo valutando se presentare una denuncia di mobbing e stalking alla Procura della Repubblica di Milano.

Aspettiamo che il dirigente legga la memoria difensiva e mi auguro che questa spiacevole situazione venga chiarita e si prendano seri provvedimenti nei confronti di chi si è rifiutato di aiutare l'insegnante in difficoltà. Alcune considerazioni: è assurdo che che i bambini e gli insegnanti debbano subire aggressioni fisiche.

Di fronte a casi gravi di comportamenti aggressivi è assolutamente necessario ampliare la rete degli interventi. Una rete adeguata potrebbe prevedere l’intervento di psicologo, neuropsichiatra infantile, psicoterapeuta, educatore, anche con possibili interventi domiciliari. La famiglia dovrebbe condividere le regole di comportamento, sanzionando tramite identiche strategie i comportamenti scorretti, di comune accordo con la scuola, veramente intesa come intera comunità educante, che si faccia carico del problema, investendone anche il Gruppo di Lavoro per l’Inclusività, in tutte le sue componenti, non lasciando i docenti di classe da soli a fronteggiare le situazioni... ma questo lo sappiamo che dovrebbe essere compito della politica e nella legge delega sul sostegno purtroppo non è previsto.


Paolo Latella
Segretario della Lombardia
Dirigente nazionale Unicobas Scuola

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