Professionisti... ma di che?

Tale Teresa De Feo s'erge dal sito 'Professionisti Scuola Network' a contestare la denuncia dell'Unicobas sui rischi determinati dalla campagna di cessione delle ore di cattedra avviata da molti dirigenti scolastici verso i docenti (assunti ante L. 107 o assunti nelle varie fasi con esclusione della fase 'C' e neo-trasferiti) che hanno conservato la titolarità nonostante la L. 107/2015.
Lo fa inanellando una sequela di inesattezze precedute da velate offese di vario genere che non sono al nostro livello e perciò ignoriamo. Non sfuggiamo invece al merito della questione. L'errore principale, gravissimo (o la voluta inesattezza) dalla quale deriva tutto il resto è racchiusa nella frase seguente: " Di fatto, che piaccia o no, la L.107/15 dispone, secondo i comma (i) 63 e 68, dall'anno scolastico 2016/2017 la costituzione di un organico unico, l'organico dell'autonomia per l'appunto in cui confluirebbero senza più distinzione 'posti comuni, per il sostegno e per il potenziamento dell'offerta formativa' (comma 63). Anche nella nota a cui si fa più volte riferimento, la 2805 dell'11/12/2015, questa relazione tra posti di potenziamento e perdita di titolarità non trova alcuna conferma. L'unico passaggio nella nota suddetta, in cui si affronta la questione, non fa che ribadire quanto già indicato dal comma 63. 'l’organico dell’autonomia, pertanto, andrà gestito in modo unitario, in modo da valorizzare le professionalità di tutti i Docenti e senza una rigida separazione tra posti comuni e posti di potenziamento, che dovranno gradualmente integrarsi' ”.
Bhè, a prescindere dal fatto che a noi non piace (e ci teniamo a ribadirlo), in realtà la disposizione di legge è esattamente opposta, e lo chiarisce proprio il medesimo comma, anche ad una lettura superficiale. Esso certamente recita: (l'organico dell'autonomia è) "costituito dai posti comuni, per il sostegno e per il potenziamento dell'offerta formativa" (L. 107/2015, comma 63). Ma quello che la singolare 'esperta' di turno non intende è che si tratta di tre CATEGORIE GIURIDICAMENTE DIVERSE (non a caso citate, e citate separatamente).
Tralasceremo la povertà pedagogica e deontologica di un'idea tanto confusa e disvaloriale di scuola, dove tutti i docenti vengono 'comandati' senza colpo ferire dal dirigente ad occuparsi di qualsiasi materia, disciplina, categoria didattica e formativa senza titolo adeguato, senza l'abilitazione corrispondente, o magari ad occuparsi di sostegno senza titoli di specializzazione, con il pretesto che 'fanno parte di un unico organico'. Tralasceremo queste follie didattiche perché, invero, anche se, com'è evidente, hanno conquistato la nostra interlocutrice, esse sottendono alla L. 107 (anche per questo anticostituzionale), che, infatti, come sosteniamo da tempo a colpi di ricorsi (gratuiti per gli iscritti), va combattuta caso per caso, denunciando il demansionamento di molti docenti del potenziamento mandati con abilitazione 'x' in istituti che chiedevano abilitati 'y', inviati in un comprensivo anche se abilitati ad insegnare latino e greco nei licei, e per di più a far da tappabuchi e supplenze (il massimo della deprofessionalizzazione).
Ma abbiamo il diritto (ed il dovere sindacale) di ricordare a chi 'fase C' non è, che neppure la L. 107 giunge sino ad eliminare la titolarità di quanti sono nell'organico di una scuola, se fanno parte APPUNTO dei "posti comuni" o "per il sostegno" (mentre invece, con la trovata degli 'ambiti' e l'eliminazione della titolarità per gli ultimi assunti e, nel futuro, per chiunque faccia domanda di trasferimento, ne insidia la titolarità solo se saranno costretti a cambiare istituto o se risulteranno perdenti posto).
Da quando esiste la scuola, non basta certo essere genericamente 'in organico' in un istituto perché questo comporti la sparizione delle abilitazioni, dei titoli e delle specializzazioni e si possa obbligare un docente a trasformarsi in altro da 'sé', ad 'insegnare' materie diverse da quelle per le quali è stato formato, men che meno a fare supplenze a detrimento delle ore di cattedra alle quali ha diritto (e neppure ad impegnarsi in 'progetti' collettivi dei quali non intende far parte e sempre a detrimento delle ore di cattedra alle quali ha diritto).
Infatti esistono le graduatorie di istituto (che, come tutti sanno, e come ammette anche la De Feo) la L. 107 non ha abolito. E la domanda che la De Feo dovrebbe porsi è proprio: perché la L. 107 non le ha abolite? Perché i titolari di 'scuola comune', categoria dentro la quale vengono ricompresi tutti i titolari di cattedra o comunque i titolari sull'istituto, avessero anche ottenuto trasferimento quest'anno solo sull'organico potenziato (ma solo perché non vi erano cattedre a disposizione - cosa diversa quindi dai neo-assunti di fase 'C') o di sostegno, hanno diritto, nei limiti delle cattedre presenti, AD UNA CATTEDRA PIENA o, al limite, a ciò che sino a ieri si chiamava 'spezzone', con relativa 'cattedra a completamento orario' (un'altra dizione, ben conosciuta da circa 40 anni).
Il principale problema (che come ben si dovrebbe esser già capito, soprattutto oggi è ultracollegato DI FATTO alla titolarità) riguarda le assegnazioni: a chi è titolare (a meno che non sia egli stesso d'accordo a cedere pericolosamente le proprie ore - cosa della quale non si vede comunque 'beneficio' alcuno né per il soggetto, né per la qualità della scuola), se esiste, va assegnata una cattedra piena, come è sempre stato, ed in ciò si deve seguire la graduatoria interna.
Contrariamente si consentirebbe una deriva molto rischiosa, derogando da diritti che persino la stessa L. 107 non mette in discussione, come anche la continuità didattica ed il dovere per il DS di attenersi ad esempio ai criteri sanciti nella contrattazione di istituto per l'assegnazione dei docenti ai plessi (stessa cosa vale per gli Ata che subiscono lo stesso tipo di attacco con la legge Madia).
Ecco perché la dialettica della De Feo non 'tiene'. Ella cerca solo di aggirare il problema quando sostiene che noi metteremmo "impropriamente in relazione il 'potenziamento' (...) con la titolarità". Inoltre, secondo quanto avrebbero suggerito alla De Feo, enunciando questi problemi, l'Unicobas farebbe "confusione tra titolarità e assegnazione delle ore e classi, relazione che nulla ha a che fare con la graduatoria interna di istituto".
Vediamo. Si gioca sulla definizione 'ragioneristica', ma si fa una grande confusione sulla sostanza. È vero che il dirigente 'assegna i docenti alle classi', ma persino secondo la L. 107 (esclusa la vergogna delle regole destinate all'organico del 'potenziamento' che, peraltro, per definizione, richiama la logica dell'organico AGGIUNTIVO, come recita la stessa L. 107, per 'progetti', di 'recupero' ed 'arricchimento dell'offerta formativa' - ché certo non poteva affermarsi che in realtà si voleva destinare decine di migliaia di neo-assunti ad una mera opera di supplenza a vita) non può snaturarne la funzione professionale sottraendo loro le ore di cattedra senza adeguata e grave motivazione, con determinante nocumento anche per gli alunni che improvvisamente vedrebbero negata discrezionalmente e senza giusta causa la continuità didattica, uno dei primi valori da garantire per la qualità della scuola. Al tempo stesso, l'utilizzazione dei neo-assunti di fase 'C' in modo indiscriminato sulle supplenze (anziché su progetti, laboratori, etc.), così come l'utilizzazione dei medesimi su materie per le quali non sono abilitati, integra un elementare DEMANSIONAMENTO, che non può essere certo risolto con la cessione di alcune ore cattedra (molte o poche), bensì con ricorsi mirati, né con la 'parificazione' di tutti nell'annullamento dei diritti derivanti dal proprio stato giuridico.
Un insegnante, prima di tutto, ha diritto ad una cattedra piena, o abbiamo nostalgia delle cattedre a 'completamento orario' che prima (oltre la L. 270/1982) determinarono la nascita della 'DOP' e poi confinarono nella Dotazione Organica Provinciale, anche per decenni, decine di migliaia di docenti?
La De Feo, bontà sua, chiude la sua requisitoria contro l'Unicobas aggiungendo che: "Detto questo la 107/15 è senz'altro una cattiva legge e su questo D'Errico ha assolutamente ragione, come ha ragione sul potenziamento a cui il rischio demansionamento si associa in maniera pericolosamente strutturale, come ha ragione sulla necessità di difendere una titolarità di sede, la libertà e la dignità dell'insegnamento, e su tutto che di questa legge non piace a chi l'ha contestata". Peccato che lo faccia appena dopo aver sostenuto che: "È appunto alle graduatorie che i sindacati dovrebbero invece interessarsi chiedendo di specificare nel prossimo CCN della mobilità che le scuole dovranno costituire graduatorie interne d'istituto uniche per ogni cdc a prescindere dal OD o dal potenziamento chiarendo, come aveva già chiesto PSN in questo pezzo, i meccanismi per l'individuazione dei soprannumerari".
Qui siamo davvero all'ambiguità più totale. In primis la De Feo dovrebbe sapere che le graduatorie esistono proprio per la determinazione dei soprannumerari e che qualora si facesse (come si dovrebbe) un'unica graduatoria interna, in coda finirebbero sempre e comunque i neo-assunti della fase 'C'. Ergo, l'Unicobas è più che lineare (essendo tali graduatorie legate all'anzianità nell'istituto e, soprattutto, al requisito del 'possesso' di cattedre complete - tanto che, se c'è una contrazione di QUELL'ORGANICO DI SCUOLA COMUNE, e solo di quello, all'ultimo in graduatoria viene assegnato, quando c'è, uno 'spezzone' di ore), difendendo lo stato attuale delle cattedre.
Ecco perché ci corre il dubbio che quelle cattedre in realtà Ella invece oggi vorrebbe 'mischiarle' (con il gioco delle tre carte), visto che sostiene che non ci sarebbe nessun problema nel consegnare, in tutto o in parte, al 'potenziato' le cattedre che sono degli attuali titolari.
Secondariamente è del tutto evidente che questo la legge, conservando la titolarità solo a quanti l'hanno acquisita ALL'INTERNO DELL'ORGANICO DI SCUOLA COMUNE E DI SOSTEGNO (e non al 'potenziamento'), non lo consente, perché negherebbe se stessa e perché vuole che col tempo la TITOLARITÀ IN SÉ resti solo un ricordo, proprio con la graduale estensione dell'organico potenziato che la Giannini vuole cresca sino ad occupare tutto l'istituto ideale-scuola, cosa che nel tempo si realizzerà matematicamente con il pensionamento dei docenti assunti ante-legem, PROPRIO GRAZIE ALLA CONSERVAZIONE DELLA SEPARAZIONE ALL'INTERNO DEL GENERALE 'ORGANICO' DI ISTITUTO (OGGI DETTO DELLA 'AUTONOMIA') fra organico di scuola comune, di sostegno e del 'potenziato'.
Un modello di 'scuola' dove la libertà d'insegnamento (unica garanzia per la libertà di apprendimento) e la professionalità docente verrà compressa fra istituti dove il dirigente-manager potrà far degli insegnanti ciò che vorrà ed AMBITI TERRITORIALI dove i dirigenti del territorio (con la chiamata diretta) o l'Ufficio Scolastico Provinciale potranno decidere se farli andare a 50 o più chilometri da casa (si pensi alle aree metropolitane) a seconda del loro 'sfizio'.
E l'Unicobas dovrebbe tacere, dovrebbe avallare una manovra così politicamente ignobile? La De Feo pensasse a contrastare con noi questa vergogna, anziché perorare la causa della flessibilità, dell'acquiescenza, dei 'regalini' sulle ore e quant'altro... Ridicolo quindi sostenere "di specificare nel prossimo CCN della mobilità che le scuole dovranno costituire graduatorie interne d'istituto uniche", perché un accordo non può modificare una legge. Queste sono 'barzellette', come quelle di quanti oggi dichiarano che il 'bonus' per i 'meritevoli' è stato 'contrattato' (cosa che peraltro sottende l'acquiescenza a questo istituto ridicolo), perché quell'assegnazione non è, e non sarà mai, salvo eventuale modifica della L. 107/2015, di natura contrattuale (almeno nella forma dell'attribuzione, che in diritto è SOSTANZA).
La lotta contro la L. 107, non è lotta di 'furbetti' tesi a 'limarne' gli 'spigoli cattivi': la L. 107, come abbiamo sostenuto TUTTI è, era e sarà, INEMENDABILE. Va sabotata e non corroborata da 'esperti' sodali di Renzi, 'contrastivi' solo in apparenza, come sono i tanti azzeccagarbugli e faccendieri in cerca di visibilità e guadagni sull'unghia pronti a proporre piccoli ricorsi parziali ed a far leva sui bassi istinti micro-corporativi che allignano nella parte più sprovveduta della categoria, nell'un contro l'altra armati fra precari incapaci di trovare una soluzione unitaria (canale unico di reclutamento con precedenza segnata chiaramente sulla base di un punteggio serio dato alle abilitazioni già conseguite, di modo che non si debbano rifare concorsi, e dagli anni di servizio), o nel divide et impera fra docenti avvalorato dalla confusione (molto ben voluta dalla Giannini alle cui circolari - che non hanno valore di legge - s'appella impavida anche la De Feo) fra stato di titolarità ante-legem e 'potenziato'.
Come lo sono state quelle OOSS che non hanno più mosso un dito non manifestando e non scioperando dopo il 5 Maggio 2015, si sono sottratte alla campagna referendaria per abrogare la L. 107 e che oggi si dichiarano a favore del 'Sì' alle vergognose 'riforme' costituzionali, con le quali, dopo aver aggredito la Scuola, s'aggredisce l'assetto parlamentare ed elettorale del Paese.
I neo-assunti di fase 'C', troppo spesso innamorati di assunzioni qualsivoglia (e per questo spinti persino a non firmare i quesiti referendari per l'abrogazione della L. 107) facciano ricorso contro il demansionamento, invece di essere spinti ad aspirare ad una manciata di ore di chi ha lottato anche per loro. Se vogliamo fare un'opera culturalmente meritoria, diamo loro da leggere "La servitù volontaria", dove si spiega bene come ci si vende per una carota più che per un bastone, e come sia possibile (ed automatico) poi scambiare il livellamento in basso e la schiavitù di tutti per 'eguaglianza'.
Ma lo sanno costoro, questi 'professionisti scuola network', cosa sta succedendo nelle scuole italiane? Se la maggior parte dei presidi che si sta muovendo in questa direzione, ben sapendo che non si possono operare 'spezzatini' ed amputazioni di cattedra d'ufficio, chiede le ore ai titolari di cattedra, ritraendo la richiesta a fronte di un semplice diniego, ci sono dirigenti che hanno realizzato una generalizzata riduzione delle ore di cattedra imponendola come diktat o facendola passare in Collegi Docenti poco accorti (perché neppure il Collegio può comprimere un diritto soggettivo), come fosse una conseguenza 'inappellabile' e diretta della L. 107, quando non hanno tolto cattedre intere e passato al direttamente al potenziato numerosi colleghi (in primis quelli che loro hanno ritenuto 'contrastivi') !!!
Da che parte stanno questi 'Professionisti Scuola Network' ??? 

Stefano d’Errico
(Segretario nazionale dell’Unicobas Scuola)

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