- Comunicato stampa 24.4.2015: un grande sciopero ed una grande manifestazione nazionale libera le migliori energie della scuola italiana dai fantasmi del DDL Renzi-Giannini. La scuola non vuole tornare indietro!

- COMUNICATO STAMPA 24.4.2015: UN GRANDE SCIOPERO ED UNA GRANDE MANIFESTAZIONE NAZIONALE LIBERA LE MIGLIORI ENERGIE DELLA SCUOLA ITALIANA DAI FANTASMI DEL DDL RENZI-GIANNINI. LA SCUOLA NON VUOLE TORNARE INDIETRO -

La manifestazione nazionale di Roma per lo sciopero di oggi, del 24 Aprile, è stata incontestabilmente la prima risposta di massa, forte e puntuale, al ddl Renzi, una risposta secca, vera, senza se e senza ma, radicale e priva di compromessi costruita da chi non ha mai collaborato alla distruzione della scuola pubblica ed allo svilimento della funzione docente.
Il nostro sciopero - sin da quando è stato proclamato - e la rabbia della categoria hanno costretto a muoversi anche CGIL, CISL, UIL, SNALS e Gilda, fermi fino ad una settimana fa alla sola astensione dalle ‘attività aggiuntive’. Ma il 5 Maggio sarà vero sciopero? Come dice il comunicato dei Confederali, si tratta di ‘una decisione presa a sostegno delle richieste di modifica al ddl di riforma della scuola all'esame delle Camere’. In sostanza, i vecchi ‘sindacatoni’ tiepidi e compromessi, chiedono solo la cancellazione dell’art. 12 del ddl-Scuola (che impedisce la nomina dei precari che hanno già 36 mesi di supplenza alle spalle), la ‘ricontrattualizzazione’ degli istituti da trasformare in riserva di legge (‘premialità’, etc.) e la riapertura delle trattative contrattuali, lasciando intonse la maggior parte delle 13 deleghe al Governo per lo stravolgimento dello stato giuridico e della scuola di tutti. I ‘rumors’ degli ultimi giorni sul presunto ‘ammorbidimento’ del ddl confermano che sui punti-cardine della sua operazione Renzi non intende mollare. Qualsiasi mediazione non cancellerebbe il fatto che, qualora il ddl passasse, quelle di quest'anno diventerebbero le ultime domande di trasferimento libere a memoria d’uomo. I neo-assunti finirebbero tutti in un 'ruolo' regionale, all'interno del quale potrebbero scegliere solo un ambito ed un ‘albo’ territoriale, come gli insegnanti di religione che operano nei limiti di una diocesi. Dovrebbero quindi fare la 'questua' dai dirigenti scolastici di quella ‘rete di scuole’ per ottenere un incarico di durata triennale che, se non riconfermato, obbligherà al ritorno nel 'limbo'. Non tutti potrebbero venire 'scelti', una parte rimarrebbe a disposizione sul'intero territorio a fare solo supplenze e sostituzioni. Quanti sono già in servizio da anni, pur conservando il posto attuale, verrebbero inseriti comunque nell'albo territoriale e se dovessero chiedere trasferimento o risultassero perdenti posto, sarebbero obbligati alla stessa trafila dei neo-assunti. Ogni dirigente avrebbe mano totalmente libera nello scegliere le persone di sua fiducia, premiandole o penalizzandole come meglio crede, anche se venisse affiancato da un ‘comitato’ di propria nomina o dal Consiglio di Istituto (con l’aggravante del condizionamento della scelta anche da parte dei genitori), senza criteri né vincolo alcuno di graduatoria e spazzando via tutti i diritti acquisiti (chiamata diretta). I docenti diventerebbero gli unici nel settore pubblico (e non solo) a non avere più diritto alla titolarità sul posto di lavoro, che invece gli ata manterrebbero. Perciò, se il ddl non viene ritirato, la mobilità dei docenti verrà comunque decontrattualizzata. La differenza salta agli occhi: per quanto riguarda l’Unicobas, l’ANIEF e l’USB, promotori della protesta odierna, il ddl è inemendabile ed irricevibile, perché, ruotando tutto intorno alla figura del dirigente-padrone (che ‘valuta’ e retribuisce discrezionalmente, incarica direttamente i suoi docenti ‘preferiti’ destinando gli altri a rimanere senza titolarità, al tappabuchismo ed alle supplenze) trasforma la scuola pubblica in un succedaneo dei diplomifici privati, né svenderemo la lotta per 5 euro di ‘indennità di vacanza contrattuale’. Noi restiamo convinti che il Governo ancora si vorrebbe limitare a modifiche di facciata per poi blindare comunque il testo, specie dopo l'abbinamento della riforma al documento di economia e finanza.
Il ddl 2994 lo vorrebbero far passare con pochissime modifiche, ma la manifestazione di oggi e gli innumerevoli flash-mob di ieri gli rendono tutto molto più difficile, perché dimostrano che la categoria è affatto incline ad accontentarsi di mere modifiche e ‘aggiustamenti’. Quelli che, appunto, contava di fare fino a quando in campo c’erano solo CGIL, CISL, UIL, SNALS e Gilda. Con la manifestazione di oggi s’apre invece la vera partita sulla scuola: le innumerevoli adesioni allo sciopero, le tante scuole chiuse integralmente per uno sciopero del sindacalismo di base, hanno aperto una strada nuova che non consente più svendite. La ‘nave’ va, e non si fermerà. Per questo ripetiamo che la lotta è solo all’inizio. Intanto diamo indicazione di bloccare i test Invalsi nelle scuole Primarie il 5 (italiano) ed il 6 di Maggio (matematica), poi bloccheremo la scuola-quiz nelle Superiori il 12: giornata nella quale occorre recuperare gli studenti. Nei prossimi giorni valuteremo, a seconda degli scenari, altre iniziative.
Stefano d’Errico (Segretario nazionale)

Commenti

Post popolari in questo blog

Gli articoli 33 e 34 della Costituzione

Insegnanti su più scuole. Come decidere la ripartizione degli impegni?

Ha senso chiamarla ancora Italia?