Paola Binetti (Udc) scende in campo in difesa delle scuole paritarie. Io non avevo dubbi... e vi spiego perchè...

Paola Binetti (Udc) è infuriata e difende le scuole paritarie, ha dichiarato all'agenzia Dire: "Il decreto “Sblocca Italia” blocca i finanziamenti alle scuole paritarie, e obbligherà molte a chiudere. Si tratta di 220 milioni di euro, che rappresentano il saldo dei contributi 2014 e che le scuole hanno già impegnato per finanziare le attività didattiche e pagare gli insegnanti. Le famiglie che hanno scelto per i propri figli una scuola paritaria, esercitando un diritto riconosciuto dalla Costituzione e più volte ricordato anche a Strasburgo dalla Corte dei Diritti umani, esprimono una forte preoccupazione. L'art. 42 blocca anche i fondi per le borse di studio, per l'integrazione dei disabili e per l'erogazione gratuita dei libri di testo alle famiglie povere. Solo l'Italia sembra chiusa in un silenzio ostile davanti alla scuola paritaria, a cui di anno in anno sottrae ossigeno. La preoccupazione dei gestori e delle famiglie è aggravata dalle disposizioni contenute nella Legge di Stabilità. Per le scuole paritarie è una condanna a morte" (fonte Tuttoscuola).

Gentile sig.ra "politica" Binetti stia tranquilla, vedrà che il Ministro Giannini dopo essersi consultata con Valentina Aprea, risolverà questa incresciosa svista... come sa in Italia esistono le priorità ma sono spesso “punitive” verso le fasce basse di reddito mentre si sceglie spesso di aiutare le strutture private e gli studenti che scelgono di avvalersi del servizio paritario religioso o privato.

In questi giorni il Ministro Giannini si sta occupando di risolvere una questione aiutare ancora una volta i diplomifici tornando “all’antico” cioè alla Riforma Moratti con tutti i membri interni della commissione degli esami di stato lasciando soltanto esterno il Presidente come avviene tra l’altro negli esami di qualifica regionale e diploma di quarto anno.

E’ di fatto un grandissimo regalo ai diplomifici privati e religiosi. La prima bombola d’ossigeno la regalò l’ex Ministro Carrozza nel 2013.

Come tutti gli addetti ai lavori sanno, negli istituti privati religiosi e privati, il numero degli iscritti tende ad aumentare nelle classi degli ultimi anni di corso, dando vita alle classi collaterali aggiuntive nel quarto e quinto anno, secondo uno schema che si potrebbe rappresentare graficamente come una piramide rovesciata.

È la prova indiretta che i diplomifici vivono in funzione soltanto dell’esame finale per il diploma, richiamando privatisti con sconti sulle annualità di corso per il diploma "facile".

Immaginate una scuola paritaria con la commissione tutta interna… I privatisti pagano, saltano tre o quattro anni di corso, e da interni dell’ultima ora arrivano quasi sempre al diploma.

Si era pensato di costituire un primo ostacolo legislativo, prevedendo con specifica norma di legge che non potevano esserci classi collaterali. Il primo comma dell’art. 14 (ovviamente cancellato) del decreto legge 104/2013 prevedeva “Le classi devono essere costituite da almeno otto alunni, salvo esigenze motivate sulla base di particolari situazioni geografiche e ambientali accertate dall’ufficio scolastico regionale; le classi articolate possono essere costituite con gli stessi criteri e alle medesime condizioni stabilite per le scuole statali. Negli istituti di istruzione secondaria di secondo grado, in ogni caso, è vietata la costituzione di classi terminali collaterali.”

Ebbene, l’intero articolo, compreso quindi quel primo comma, fu eliminato!!!

Prevedeva, tra l’altro, un deterrente normativo contro i diplomifici, costituito da due commi, il primo dei quali vietava la costituzione di classi collaterali negli anni terminali dei corsi, mentre il secondo limitava drasticamente la migrazione di privatisti verso compiacenti istituti privati ubicati in territori lontani (quasi sempre - va detto - nelle aree meridionali).

Questo comma in questione prevedeva, infatti, che i candidati agli esami di idoneità avrebbero dovuto sostenere i relativi esami presso istituzioni scolastiche, statali o paritarie, ubicate nel territorio della provincia di residenza. In caso di assenza nella provincia dell’indirizzo di studio prescelto, i candidati avrebbero sostenuto gli esami presso istituzioni scolastiche ubicate nel territorio della regione di residenza. L’istituzione scolastica non avrebbe potuto accogliere un numero di candidati ulteriori, superiore al cinquanta per cento del numero degli alunni iscritti e frequentanti l’indirizzo di studio indicato nella domanda medesima.

Quindi, nulla di tutto questo è accaduto, i titolari dei diplomifici hanno ringraziato i politici e la vergogna delle classi collaterali sono resistite alle intemperie normative di qualche raro saggio politico. Su questa cancellazione sono nate interpretazioni fantasiose… come quella che fu addirittura eliminato da una mano esperta dopo la firma del Presidente della Repubblica… niente di tutto questo. Quello che accadde lo sappiamo benissimo, il primo comma fu eliminato già nella stesura della bozza definitiva, perché andava ad intaccare gli equilibri, già precari, del Governo Letta con il Vaticano e Comunione e Liberazione in materia di istruzione paritaria e contributi alle scuole cattoliche.
Fu un punto a favore dei diplomifici ed ora, con la quasi certezza del ritorno al passato, con tutti i membri interni agli esami di stato, il cerchio si chiude.

Forse era questo che intendeva il Ministro Giannini, quando in Parlamento gli fu chiesto da Silvia Chimienti (M5S) e d Gianluca Vacca (M5S) quali misure avrebbe preso per arginare la piaga dei diplomifici… eccole le misure: garantire il business e la sopravvivenza “ alle scuole paritarie definite diplomifici della vergogna tutta italiana dove i giovani furbetti figli di “papà” scalano senza sacrifici i primi traguardi per poi arrivare alla laurea sempre con gli aiuti di papà…

Avanti tutta signora Paola Binetti, non si preoccupi che le scuole paritarie sopravvivranno senza problemi alla Spending Review. Soccomberà “solo” la scuola statale italiana. L’istruzione pubblica laica statale secondo Matteo Renzi e i suoi fidi scudieri costa troppo e per questo gli insegnanti e il personale non docente devono essere ridotti e demansionati e perché no anche licenziati.

Un’altra vergogna italiana è pronta sul piatto… e i commensali li conosciamo… si li conosciamo bene.


prof. Paolo Latella
Sindacato Unicobas Lombardia

Commenti

  1. udite udite anzi leggete leggete.....
    è diventato un cantante!!

    http://tv.liberoquotidiano.it/video/11569517/Tiziano-Motti--l-europarlamentare-Udc.html

    RispondiElimina

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