L'Albo professionale degli insegnanti e Consiglio Superiore della docenza. L'intervista a Paolo Latella

ALBO PROFESSIONALE DEI DOCENTI E CONSIGLIO SUPERIORE DELLA DOCENZA. SARANNO LE SOLUZIONI AI PROBLEMI DELLA NOSTRA SCUOLA ? NE ABBIAMO PARLATO CON PAOLO LATELLA, UNICOBAS SCUOLA LOMBARDIA

intervista di Mariella Gerardi

Ci stiamo ormai abituando ad una visione di un sistema scolastico che “fa acqua da tutte le parti” e di una categoria come quella degli insegnanti che, nell'attuale situazione normativa, risulta particolarmente penalizzata, deprezzata e, di conseguenza, con sempre più scarso riconoscimento sociale. Stiamo assistendo alla distruzione di un settore che è stato sempre all'avanguardia e che per molti versi rimane ancora ad alti livelli.

Distruzione che sta portando l'Italia a perdere costantemente competitività con il resto del mondo, considerando anche che il nostro Paese spende meno di qualunque altro per istruzione, università e ricerca. In questo grigio quadro si inserisce una Proposta di Legge nel Sindacato Unicobas Scuola, che prospetta un cambiamento a favore della categoria, con l'istituzione di un Albo professionale dei docenti e la creazione di un Consiglio Superiore della Docenza. Per saperne di più abbiamo avuto il piacere di intervistare il professor Paolo Latella, segretario Unicobas Scuola della Lombardia, da sempre impegnato nella difesa e nella rivalutazione della scuola italiana.

Come nasce l'idea di questa Proposta di Legge?
L'idea nasce dalla necessità di un profondo ripensamento in termini culturali e organizzativi di tutto il comparto scuola e, in particolare, del modo di intendere l'esercizio della funzione docente. In passato è stato favorito un lento ma progressivo processo di burocratizzazione della professione docente, caratterizzato da sempre più frequenti imposizioni amministrative e gerarchiche. Negli ultimi anni, infatti, una serie di Leggi ha inciso profondamente sulla condizione degli insegnanti,considerandoli, però, essenzialmente “indistinti dipendenti pubblici”, alla stregua di tutti gli altri impiegati dello Stato. Con tale Proposta di Legge si intende abbandonare la concezione burocratica dell'identità docente che porta a stipendi modesti, poca preparazione dei docenti, assenza di valutazione del merito individuale, scarsa stima da parte di famiglie e studenti. Quello a cui si mira è l'esaltazione della figura professionale del docente. La scuola oggi è stata trasformata in un “servizio” e i docenti in “impiegati”. Ma la figura del docente non è quella di chi attende ad un servizio, bensì quella di un ricercatore di percorsi formativi e culturali.

Esaltazione della sola funzione docente?
No, non si riesce ad immaginare una scuola efficiente che funzioni senza l'importante ruolo di chi si assume la responsabilità di firmare bilanci milionari, senza assistenti, senza tecnici ed ausiliari.

In sostanza, quali le principali novità della Proposta di Legge del Sindacato Unicobas Scuola?
L'istituzione di un'area contrattuale specifica per il comparto della scuola, con un contratto specifico per tutta la scuola fuori dall'area del pubblico impiego. L'istituzione di un Consiglio Superiore della Docenza come organo di autogoverno e di garanzia della deontologia professionale dei docenti, formato da insegnanti eletti su base nazionale e regionale. Tra i compiti di questi ultimi quello di definire gli standard professionali attraverso l'individuazione di meccanismi volti al monitoraggio dell'efficacia dell'insegnamento e della valorizzazione del merito, di sovrintendere alla formazione iniziale e in itinere dei colleghi, di intervenire sulle norme di accesso all'insegnamento, di gestire l'Albo professionale e l'ambito disciplinare, di statuire e far rispettare il codice deontologico professionale.

Il riconoscimento del ruolo professionale dei docenti e del contributo del personale ATA. Il potenziamento e il rilancio delle funzioni degli organi collegiali. Una carriera per i docenti di ogni ordine e grado che preveda la possibilità di operare, a metà percorso, all'interno degli Atenei, ai fini della formazione di base dei nuovi insegnanti. L'abilitazione come requisito minimo per l'insegnamento.

Se questa Legge fosse approvata, dunque, ci sarebbe un'idea nuova della scuola?
Con tale Proposta di Legge si mira a cambiare le condizioni generali dello stato giuridico nell'istruzione, a ridefinirne l'organizzazione complessiva in maniera più libera dai vincoli tradizionali, a sburocratizzarne l'essenza per poter affermare un'idea di scuola nuova, intesa come organizzazione e campo d'esperienza esplicita del lavoro didattico, luogo dell'apertura, dell'integrazione e della rielaborazione culturale. Si crede, insomma, sia necessario partire dalla consapevolezza che per migliorare la qualità dell'istruzione non si possa prescindere dalla riqualificazione del personale che opera all'interno delle istituzioni scolastiche.


fonte: http://www.cgmagazine.eu/articoli%202014/MAGGIO/mariella%20gerardi/albo%20prfessionale.htm 

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