Si può parlare di E-learning didattico quando nella maggior parte delle scuole italiane i servizi telematici sono insufficienti?

C'è da chiedersi se le novità tecnologiche e metodologiche nella didattica costituiscano un fenomeno casuale e temporaneo oppure affondino le sue radici in qualcosa di più solido e consistente. E non solo: è importante anche capire se l'e-learning interessi la ristretta cerchia della formazione a distanza oppure assuma dimensioni più ampie, diventando strumento da utilizzare in contesti formativi sempre più allargati tanto che recentemente qualcuno si è spinto a definirlo “la nuova frontiera della formazione. C'è comunque un grande problema di fondo, nel 2014 non tutte le scuole statali di ogni ordine e grado sono attrezzate per un'ottimale attività didattica... problemi di computer, di connessioni internet, di spazi idonei alle attività laboratoriali, riduzioni delle compresenze e conseguente mancanza di docenti ITP come supporto sull'acquisizione delle competenze. Mancanza delle Lim (Lavagne Interattive Multimediali) nelle aule delle scuole statali.
Come si fa a parlare di E-learning didattico quando nella maggior parte delle scuole italiane i servizi telematici sono insufficienti.
Diciamolo... c'è purtroppo una differenza abbissale tra il nord e il sud... ricordo tutte le regioni sono italiane... c'è qualcosa che va rivisto... proprio per questo il Ministro Giannini dovrebbe smetterla di lodare le scuole paritarie e fare in modo che il figlio dell'operaio o del muratore stagionale al sud abbia la stessa possibilità di studiare del figlio dell'imprenditore del nord e viceversa.
Questo sarebbe il vero cambiamento... quello che si aspetta il popolo italiano...


Paolo Latella
insegnante e giornalista

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