Siete convinti che non ci saranno altri tagli nell’istruzione pubblica statale?



Siete ancora convinti che non ci saranno altri tagli nell’istruzione pubblica statale? Io continuo a pensare che il Governo voglia privatizzare l'istruzione statale, beh... facciamo quattro conti insieme ed analizziamo questa tabella che a prima vista condannerebbe la scuola pubblica statale come un sistema troppo costoso per lo stato ma non è così.

Le spese totali del Sistema Nazionale Scolastico 2012 sono così suddivise:



Come si può notare la spesa relativa alla scuola pubblica statale è di oltre 57 miliardi e 500 milioni di euro con una spesa media per studente pari a 7.319 euro all’anno. In questa spesa sono calcolati tutti i costi derivanti dal pagamento dei dirigenti, degli insegnanti, personale Ata, i progetti, le spese delle pulizie, la manutenzione ordinaria, il magazzino didattico, ecc.

Facendo un rapido confronto con la scuola paritaria, la scuola statale risulta essere nettamente più “costosa” ma attenti… perché il trucco c’è ma è ben nascosto.

Intanto il dossier della Cisl pubblicato a maggio 2013 sulle scuole paritarie ha dei buchi…:

a pagina 13 nel capitolo “Il Personale” c’è scritto: Non ci sono dati attendibili relativi al personale dipendente degli istituti paritari, o più in generale delle scuole non statali, fatta eccezione per quelli elaborati dal CSSC che, comunque fanno riferimento ad una sola componente l’intero sistema di educazione ed istruzione non statale. La presenza di una molteplicità di associazioni datoriali presenti nel settore (AGIDAE, FISM, ANINSEI, FILIINS, FIINSEI, AISPEF, ...) rendono pressoché impossibile un dato certo.
A ciò si deve aggiungere la presenza massiccia di personale che opera con contratti di lavoro atipici, diversi dalla subordinazione, a cui la recente legge sulla riforma del mercato del lavoro, pare non aver posto un limite.

Vi è un ulteriore distinguo da prendere in considerazione. "Nella scuola non statale paritaria operano con incarichi diversi, che vanno dalla docenza, all’amministrazione fino alla dirigenza, un numero elevato di religiosi appartenenti o meno alla congregazione a cui fa riferimento l’istituzione scolastica. Di norma non sono annoverati tra il personale dipendente i religiosi appartenenti alla stessa congregazione che gestisce la scuola".
La normativa vigente prevede anche la presenza di volontari, fermo restando gli obblighi di legge per l’utilizzo di questo personale. Un ulteriore elemento di incertezza è dato dalla presenza di un numero significativo di personale assunto con contratti a tempo determinato, che cessa l’attività nel mese di giugno in coincidenza con la fine delle lezioni o nel successivo mese di agosto, al termine dell’anno scolastico. È pertanto più opportuno parlare di addetti, piuttosto che di personale dipendente, in tal caso è possibile azzardare una stima che, necessariamente, non tiene conto dell’indotto, che a sua volta impiega un numero elevato di personale. Nel conteggio finale è opportuno inserire anche il personale educativo dei nidi e quello delle sezioni primavera, in quanto regolamentati dai tre contratti di settore, firmati dalle OO.SS. Confederali.

Un ulteriore dato che ci consente di azzardare una stima deriva dal numero degli iscritti al Fondo Interprofessionale Fonder. Al 31 dicembre 2012 (dalla relazione sull’attività nell’anno 2012), risulta che gli iscritti certificati dall’Inps, provenienti dal settore “scuola” sono circa 68.000. Il numero comprende sia i dipendenti delle scuole AGIDAE, sia quelli della FISM, oltre ad un numero non elevato di dipendenti di enti di formazione. Tenuto conto che un numero consistente di scuole AGIDAE e FISM non aderiscono al Fonder, i dipendenti del settore “religioso” possono essere quantificati in oltre 80.000 unità.

Gli addetti, occupati nelle istituzioni educative e scolastiche delle tre maggiori associazioni AGIDAE, ANINSEI e FISM, secondo i dati stimati dalle rispettive organizzazioni datoriali assommano ad oltre 160.000 unità. Non si conoscono i dati relativi alle altre organizzazioni datoriali che, comunque, associano un numero non elevato e quindi significativo di istituzioni”
.

Un altro elemento importante da non sottovalutare sono le segnalazioni da tutta Italia che ho ricevuto in merito alle scuole paritarie “diplomifici” e l’eterno problema degli stipendi non pagati ai prof. Sul gruppo https://www.facebook.com/groups/esercito.scuolapubblicastatale/ si può seguire il dibattito e soprattutto leggere le denunce dei docenti.
Oltre al reato penale dei pagamenti virtuali e non reali degli stipendi agli insegnanti, c’è un’enorme evasione fiscale da parte di questi gestori delle paritarie. Ricordo che queste strutture private religiose e laiche percepiscono inoltre i fondi pubblici per ogni singolo alunno iscritto alle scuole dell’infanzia, primaria, superiori I grado e II grado.
Qualcuno potrebbe obbiettare affermando: “cosa c’entra il Governo con tutto ciò?” …Beh…intanto i controlli fiscali ed ispettivi per la maggior parte delle paritarie religiose e laiche sono quasi del tutto inesistenti.
Questo fattore incide pesantemente su tutto il sistema e falsa il conteggio delle spese del sistema scolastico italiano.
Altro elemento è la retta che le famiglie pagano e che non è conteggiata come spesa pubblica.
Il valore così basso per le scuole paritarie si riferisce al 12% degli studenti che sceglie di avvalersi dell’istruzione privata. Immaginate se le famiglie, convinte mediaticamente, decidessero di iscrivere i propri figli in una paritaria, il sistema scolastico statale crollerebbe con un forte impatto negativo sul milione e mezzo di insegnanti e personale Ata che rischierebbero di essere licenziati o sottopagati in una scuola paritaria.

Non è pura fantasia purtroppo, basta aver seguito l’iter del disegno di legge Aprea e successivamente Aprea-Ghizzoni sul nuovo assetto dell’istruzione in Italia, temporaneamente bloccato. In questi disegni di legge si descrivono come le scuole potrebbero trasformarsi in fondazioni (idea dell’ex Ministro Fioroni Margherita-PD) o comunque con un consiglio di Istituto con l’ingerenza di privati.
Negli ultimi anni i Governi hanno incentivato il passaggio degli studenti verso l’istruzione privata perché così il costo dell’istruzione cadrebbe pesantemente sui cittadini.
Basta leggere i comunicati stampa del Ministro Maria Chiara Carrozza che enfatizza l'istruzione nelle scuole paritarie come un'esigenza primaria e irrinunciabile. Una risorsa e un patrimonio dello Stato Italiano.
Peccato che il Ministro non ricordi l'art. 33 della Costituzione Italiana.
Come dire… “non è più un problema mio… privatizzo l’istruzione statale così sarà la famiglia a preoccuparsi di scegliere la scuola paritaria, basta pagare.
Lo Stato risparmierebbe miliardi di euro ma avremmo un aumento vertiginoso di dispersione scolastica.
Quante famiglie italiane si possono permettere di spendere 5000 – 8000 euro all’anno solo per la retta di frequenza in una scuola paritaria dei propri figli?
Allego la “cartina della vergogna” che ovviamente dovrebbe far riflettere il Ministro e l’intero Parlamento Italiano!






prof. Paolo Latella
Insegnante e giornalista
Segretario Unicobas Scuola Lombardia

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