Un anno in meno di scuola pubblica statale = -50.000 posti!



UN ANNO IN MENO = -­ 50.000 POSTI

Altro colpo di genio del tecnico Profumo: un anno in meno di scuola, ovviamente per “adeguarci all’Europa, in realtà per continuare a tagliare posti di lavoro. Questa idea era già venuta a qualcun altro che a suo tempo ci rimise il posto ma si sa, ora siamo in periodo di svendite, tutto è permesso al governo zombi ed al suo protettore Napolitano!

Entrando nel merito della sperimentazione si scopre che essa è molto “ampia e diversificata” come la merce sulle bancarelle dei mercati: anticipare l’obbligo scolastico a 5 anni, oppure ridurre di un anno la scuola primaria (tra la classe IV e la classe V), eliminare un anno di secondaria di 1° grado oppure ancora ridurre di un anno la scuola secondaria di 2° grado.

Probabilmente, essendo una sperimentazione e quindi attuata a piccoli gruppi nelle scuole che aderiscono, inizialmente potrebbe non comportare diminuzione di organico come promette il ministro ma alla fine, quando andrà a regime il taglio sarà come minimo di 50.000 posti. Quindi questa manovra bisogna fermarla finché siamo in tempo, anche perché tra l’altro non è vero che in Europa gli altri paesi fanno in media meno anni scolastici di noi.

La strada apparentemente meno dolorosa sembrerebbe quella di anticipare l’obbligo a 5 anni.

Ma anche questa soluzione presenta ostacoli non da poco: a quali insegnanti verrebbero affidati i bambini di 5 anni? se fossero assegnati a insegnanti di primaria è del tutto evidente che si determinerebbe una eccedenza di docenti di scuola dell’infanzia che verrebbero collocati in soprannumero.

E poi c’è una questione strutturale: che faranno i bambi-­ ni che anticipano l’obbligo scolastico ? L’anno successivo verrebbero iscritti alla seconda classe della primaria ? Ma se così fosse quei bambini continuerebbe a stare a scuola per 13 anni se il modello continuasse ad essere del tipo 5+3+5 !


Unicobas Scuola

link: scarica il giornale del sindacato:
http://www.unicobaslivorno.it/doc/regionale/2013%20GIORNALI/numero%201.pdf

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