l’ingiustizia subita da uno studente dislessico costretto a fare le flessioni in classe!


Giovedì 23 Febbraio 2012, la trasmissione Mediaset “Le Iene” ha trasmesso un servizio scioccante sull’ingiustizia subita da uno studente dislessico delle scuole medie costretto a fare le flessioni in classe, davanti a tutti, come punizione per la mancata scorrevolezza nella lettura.

Il servizio, destinato a far riflettere tutti coloro che sono coinvolti nell’integrazione di alunni e studenti con DSA (famiglie, Istituzioni, Dirigenti Scolastici, Referenti e Docenti curriculari), pone drammaticamente l’attenzione sulla scarsa conoscenza in merito ai bisogni specifici dei soggetti affetti da questo disturbo e alla necessaria programmazione da parte degli istituti scolastici di una didattica personalizzata, volta ad offrire gli strumenti compensativi e le misure dispensative che per Legge i Dirigenti Scolastici devono garantire.

Affinché episodi così spregevoli non vengano ripetuti e perché possano essere evitati errori di valutazione considerati banali ma con conseguenze potenziali pesantissime, i nostri esperti hanno creato “Strumenti di supporto per studenti con disturbi specifici di apprendimento (DSA) e deficit di attenzione e iperattività (ADHD) – Schede di monitoraggio, raccolta di best practice e materiali di apprendimento personalizzabili su CD-Rom”. Questo prodotto Le fornisce, oltre a più di 400 documenti tra kit didattici e schede di monitoraggio per realizzare la didattica personalizzata per alunni e studenti con DSA e ADHD, un modello di PDP predisposto per ogni ordine e grado di scuola e le linee guida fondamentali per la sua compilazione, dalla raccolta delle informazioni alla programmazione di strumenti dispensativi e misure compensative idonee ad ogni necessità degli studenti, secondo le disposizioni del Ministero.
Per maggiori informazioni, clicchi qui.

Commenti

Post popolari in questo blog

Gli articoli 33 e 34 della Costituzione

Insegnanti su più scuole. Come decidere la ripartizione degli impegni?

Ha senso chiamarla ancora Italia?