Ecco la lettera dell'Italia a Bruxelles

Presentate all'Unione europea  le misure anti deficit: previsto un piano di dismissioni del patrimonio pubblico da cinque miliardi di euro all'anno. Stretta sui contratti parasubordinati.
Più facile licenziare per la crisi. Bossi: "Al vertice è andato tutto bene"


Tutti in pensione a 67 anni dal 2026. E' quanto prevede la bozza della lettera inviata a Bruxelles dal governo italiano. Il requisito è valido sia per gli uomini che per le donne.  


Entro il 30 novembre sarà varato inoltre il piano di dismissione del patrimonio pubblico. Sono previsti 5 miliardi di introiti l'anno per tre anni. I requisiti per l'accesso alla pensione di anzianità sono già stati rivisti. Aumenteranno fino ad arrivare a regime dal 2013. Stretta anche sui contratti parasubordinati, per i quali sono previste condizioni più stringenti. Nella lettera ci sono poi diverse novità che riguardano il lavoro. Tra queste, a quanto si apprende, una riguarda la possibilita' di licenziare lavoratori con contratto a tempo indeterminato per motivi economici. Entro il primo trimestre del 2012 saranna dati più poteri all'antitrust per favorire la concorrenza. Gli strumenti dell'autorità saranno rafforzati soprattutto per evitare contrasti con la legislazione a livello locale. Il governo metterà in campo interventi a favore dell'occupazione giovanile e femminile. Nella bozza della lettera inviata alla commissione Ue, è prevista infatti la promozione dei contratti di apprendistato e di contratti di inserimento delle donne.

Intanto hanno preso il via i lavori del vertice Ue a 27 paesi, che sarà poi seguito, dopo una breve
pausa, dal vertice dell'Eurogruppo a 17. In gioco in questi incontri da più parti definiti «cruciali» il futuro della moneta unica europea e della stessa Ue. La «soluzione complessiva» richiesta a più riprese dalle istituzioni comunitarie ma anche dai leader dei principali paesi Ue non è però scontata.

Le tensioni e le divergenze tra Francia e Germania, secondo quanto riferiscono fonti diplomatiche, sono tutt'altro che sanate, in quanto «sotto la superficie, lo scontro è ancora molto forte». Per
Parigi, infatti, le soluzioni proposte da Berlino in particolare sulla crisi greca e il rafforzamento dell'Efsf, il fondo salvastati dell'eurozona, non sarebbero abbastanza credibili per i mercati.
Il presidente Napolitano, da Bruxelles, ha detto che l'Italia «non può più tergiversare di fronte all'imperativo categorico» di abbattere il debito pubblico e varare riforme strutturali per la crescita. «Nessuna forza politica può continuare a governare- ha proseguito- o può candidarsi a governare senza mostrarsi consapevole delle decisioni, anche impopolari, da prendere ora». Il capo dello Stato ha invitato a superare il tabù degli Eurobond. «La cultura della stabilità finanziaria ha avuto nel mio Paese sostenitori autorevoli e coerenti nell'esercizio delle loro funzioni, ma non ha, per lungo tempo, prevalso», ha lamentato il capo dello Stato. Per questa ragione, «ora non possiamo più tergiversare di fronte all'imperativo categorico di uno sforzo consistente e costante di abbattimento del nostro debito pubblico - ha ammonito il presidente - né restare incerti dinanzi a riforme strutturali da adottare per rendere possibile una nuova più intensa crescita economica e sociale».

Bossi: "A Bruxelles tutto bene. Nessun patto con Silvio, ho il coltello dalla parte del manico"
Da quel che sento, è andato tutto bene». Così il leader della Lega Umberto Bossi risponde a chi
lo interpella sul vertice Ue e sull'accoglienza avuta dalla lettera presentata dal governo italiano. Parlando poi di politica italiana, il Senatur smentisce le voci su un presunto patto con Berlusconi per un voto nel 2012: «Che bisogno ho io di un patto? Il coltello dalla parte del manico ce l'ho io», sottolinea il leader della Lega, che aggiunge: «Il giorno in cui non do più i voti a Berlusconi si va alle elezioni». Ma a chi gli domanda fino a quando la Lega continuerà a dare i suoi voti al governo, Bossi non dà una risposta: «Questo non ve lo dico».

La Camusso: "Mobilitazione unitaria contro le misure proposte nella lettera"
La lettera inviata all'Unione europea è un ennesimo attacco del governo, ora serve una mobilitazione unitaria. Lo afferma, il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. «A giudicare dalle indiscrezioni di stampa che trapelano - dice Camussso in una nota - lo spirito riformatore del governo si traduce in un ennesimo attacco, sui licenziamenti, sul lavoro precario, sulle pensioni, che colpiscono in particolare le donne e il mezzogiorno. Abbiamo visto le dichiarazioni di altre organizzazioni sindacali - aggiunge il leader della Cgil - e siamo per proporre a tutti un'iniziativa di mobilitazione unitaria che rimetta al centro le ragioni del lavoro e della crescita ancora una volta negate da questo governo».

L'Ue: "Buone impressioni dalla lettera dell'Italia"
I leader Ue hanno avuto un'impressione «molto buona» della lettera inviata dall'Italia e dell'agenda molto dettagliata allegata, documenti che sono stati illustrati loro dal presidente Herman van Rompuy. Lo ha detto il premier polacco Donald Tusk al termine del vertice Ue. «Per quanto riguarda Silvio Berlusconi e il problema italiano - ha detto Tusk - non era il centro del nostro dibattito (del vertice a 27, ndr) di stasera. Herman Van Rompuy ci ha informato di una lettera da Berlusconi e di un piano dettagliato, entrambi i documenti hanno fatto una impressione molto buona e sono stati accolti molto bene. Il premier Berlusconi era presente ma non ha preso parte al dibattito».

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