VALUTAZIONE E MERITO: I PUNTI FERMI DELLA GILDA DEGLI INSEGNANTI



VALUTAZIONE E MERITO: I PUNTI FERMI DELLA GILDA DEGLI INSEGNANTI
Documento approvato dall’Assemblea Nazionale


Il governo ha deciso di introdurre elementi di valutazione e premialità all’interno del pubblico impiego mediante meccanismi che possono dimostrarsi inefficaci e dannosi per i docenti e la scuola. Le nostre critiche nascono dalle analisi e dalle proposte sullo status giuridico dei docenti che sono state definite nei 23 anni della storia della Gilda degli Insegnanti, e sottolineano che la Gilda, prima di altri, si era interrogata sui temi del merito e della carriera, dando vita al suo interno ad un importante dibattito.

Sulla funzione docente • La funzione docente, come discende dal dettato costituzionale, “è intesa come esplicazione essenziale dell’attività di trasmissione della cultura, di contributo alla elaborazione di essa e di impulso alla partecipazione dei giovani a tale processo e alla formazione umana e critica della loro personalità”. (D.L. 16 Aprile 1994, n. 297, Parte III, titolo I, Capo I).
• Per questi motivi, la professione docente è tutelata dall’art. 33 della Costituzione che garantisce la libertà di insegnamento pur all’interno delle norme generali sull'istruzione stabilite dalla Repubblica. La natura della professione docente non consente pertanto posizioni di subalternità gerarchica nell’esplicazione della professione stessa sugli aspetti culturali ed ideologici dell’insegnamento. 
• Per il principio sopra enunciato e perché i docenti sono professionisti della didattica non possono essere ricondotti meccanicamente al generico comparto del pubblico impiego dove è prevalente un’organizzazione del lavoro di natura gerarchica e impiegatizia.
• E’ quindi necessario riconoscere la specificità del lavoro dei docenti all’interno della organizzazione scolastica con l’introduzione di un’area di contrattazione separata nella quale coniugare i diritti e i doveri, derivanti dal contratto di lavoro dipendente, con la libertà di insegnamento.
• La scuola pubblica non può essere considerata un semplice servizio offerto ad un’utenza: ciò contrasta con il dettato costituzionale. Ugualmente appaiono inammissibili gli orientamenti politici di considerarla come mero servizio a domanda individuale. La scuola pubblica è secondo i più autorevoli giuristi una Istituzione della Repubblica Italiana. La Gilda ha sempre accolto questa lettura sostenendo con convinzione anche che la scuola deve garantire standard di qualità adeguati perché il diritto allo studio sia effettivamente raggiunto e per offrire pari opportunità a tutti i cittadini italiani, europei ed extracomunitari che lavorano nel nostro Paese.
• Le scuole non sono semplici realtà aziendali. L’autonomia scolastica deve essere interpretata come opportunità per il miglior funzionamento delle scuole, sempre garantendo il principio che tutte quelle pubbliche sono chiamate ad offrire a tutti i cittadini un insegnamento e una formazione di qualità, senza distinzione tra scuole di serie A o di serie B.
• Tutti i docenti devono essere in possesso di adeguata preparazione e competenza professionale. La loro formazione deve essere posta in essere a livello universitario con specifici percorsi di specializzazione che vedano il più ampio coinvolgimento delle realtà scolastiche e dei docenti che vi lavorano. Il reclutamento deve avvenire -secondo i principi costituzionali- attraverso concorsi pubblici seri e selettivi con riconoscimento su base nazionale e in base alle necessità del sistema scolastico nazionale.

Su valutazione e “premialità”La Gilda degli Insegnanti prende atto che il Governo ha deciso di imporre per via legislativa la valutazione della performance individuale e collettiva e l’applicazione di meccanismi di premialità salariale nell’ambito della P.A. (v. D.Lgs. 150/2009). Si tratta di scelte, peraltro sostanzialmente bipartisan, derivanti da logiche aziendali che, applicate a quelle strutture concepite per garantire a tutti i cittadini diritti fondamentali, rischiano di snaturarne finalità e funzioni. In particolare, l’assimilazione forzata delle scuole dello stato ad autonome aziende erogatrici di servizi a domanda, l’introduzione top-down di meccanismi di valutazione e “premialità” miranti ad
incrementare la “concorrenza” fra le scuole e la competizione fra i docenti che vi operano, non sono garanzia di miglioramento della qualità dell’istruzione e di innalzamento del livello complessivo di preparazione degli allievi. Di più, rischiano di produrre gravi effetti collaterali: l’impoverimento e la banalizzazione dell’apprendimento, il teaching to the test, il deterioramento dei rapporti di collaborazione tra docenti e tra scuole, il servilismo, il conformismo, la compressione della libertà di insegnamento. Le logiche della competizione mercantile tra scuole, i modelli di differenziazione individuale dei docenti proposti dall’Amministrazione rischiano insomma di scardinare l’unitarietà del sistema di istruzione e formazione nel nostro Paese incidendo in maniera marcata sulle pari opportunità e determinando un vulnus sul diritto ad una adeguata formazione dei cittadini italiani.
Per questo la Gilda degli Insegnanti non può accettare che si proceda a forme di valutazione concepite al mero scopo di stilare classifiche per premiare le scuole più “efficienti” e i docenti più “meritevoli” -tra l’ altro in percentuale esigua  pregiudizialmente definita- penalizzando la stragrande maggioranza della categoria, come appare invece dai discutibili contenuti della riforma della pubblica amministrazione voluta dal Ministro Brunetta e dai progetti di sperimentazione di natura “meritocratica” proposti recentemente dal MIUR. La Gilda degli Insegnanti ribadisce fin d’ora che si opporrà decisamente con tutti i mezzi in suo possesso a qualsiasi tentativo di impoverire ulteriormente le già inadeguate retribuzioni di base dei docenti.
Tentativo ventilato in più occasioni dal Ministro, che vorrebbe la sostituzione, dell’attuale progressione di carriera -basata sul giusto e obiettivo riconoscimento dell’esperienza acquisita in servizio- con meccanismi salariali solo nominalmente “premiali”, in realtà punitivi.
L’alto valore e la responsabilità dell’insegnamento nella scuola dello Stato richiedono che la sua qualità diffusa sia sempre elevata. Tutti i docenti devono perciò essere messi in grado di essere validi insegnanti, aiutati e incoraggiati a migliorare costantemente la propria professionalità. In quest’ottica, la Gilda ritiene che tutti i docenti abbiano diritto:
1) ad un’ampia scelta di percorsi di formazione e aggiornamento qualificati e gratuiti, a misure efficaci di supporto e consulenza formativa esperta (mentoring e coaching) e al riconoscimento anche fiscale della specificità delle loro professione (spese professionali, autoformazione, ecc.);
2) ad un adeguato riconoscimento economico collegato all’impegno profuso nell’aggiornamento e nella crescita professionale.
La Gilda esprime la propria netta contrarietà all’ipotesi, contemplata nel progetto sperimentale di valutazione dei docenti in atto, di affidare la valutazione dei docenti a soggetti (altri insegnanti eletti e dirigente) in servizio nella scuola dei valutati, e, più in generale, all’affidamento ai dirigenti di responsabilità valutative in relazione al personale della propria scuola. Tali soluzioni, infatti, non garantiscono una valutazione equa, attendibile, trasparente e condivisa, e non contribuirebbero alla formazione e alla crescita professionale dei docenti. Al contrario, favorirebbero la proliferazione di pratiche di clientelismo e favoritismo.
In relazione a quanto sopra, la Gilda degli Insegnanti ritiene necessario e urgente provvedere alla creazione di un Consiglio Nazionale della Docenza come forma di garanzia dello status dei docenti, in ottemperanza con l’art. 33 della Costituzione, e come organismo competente ad intervenire sui temi delle riforme del sistema scolastico, della valutazione della categoria, della formazione e degli standard necessari per l’accesso alla professione.

Roma, 27 marzo 2011
L’Assemblea Nazionale
GILDA NAZIONALE DEGLI INSEGNANTI - Federazione GILDA UNAMS
Sede nazionale: via Nizza, 11 - 00198 ROMA | Tel. 068845005 - 068845095 - Fax. 0684082071

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