Le parole di Piero Calamandrei in difesa della Scuola Nazionale



Ci  siano pure scuole di partito o  scuole di chiesa. Ma lo Stato le deve  sorvegliare, le deve regolare; le  deve tenere nei loro limiti e deve  riuscire a far meglio di loro. La  scuola di Stato, insomma, deve essere  una garanzia, perché non si  scivoli in quello che sarebbe la fine  della scuola e forse la fine della  democrazia e della libertà, cioè  nella scuola di partito.
Come  si fa a istituire in un paese la scuola di partito? Si può fare in  due  modi. Uno è quello del totalitarismo aperto, confessato. Lo abbiamo   esperimentato, ahimè. Credo che tutti qui ve ne ricordiate, quantunque   molta gente non se ne ricordi più. Lo abbiamo sperimentato sotto il   fascismo. Tutte le scuole diventano scuole di Stato: la scuola privata  non è più permessa, ma lo Stato diventa un partito e quindi tutte le   scuole sono scuole di Stato, ma per questo sono anche scuole di partito.   Ma c'è un'altra forma per arrivare a trasformare la scuola di Stato in   scuola di partito o di setta. Il totalitarismo subdolo, indiretto,   torpido, come certe polmoniti torpide che vengono senza febbre, ma che   sono pericolosissime... Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che ci   sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però   formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in   sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in   alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una   larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e   per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge  che  le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C'è una  certa  resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il  fascismo c'è  stata. Allora, il partito dominante segue un'altra strada  (è tutta  un'ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le  scuole  pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si  anemizzino e  comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole  private. Le  scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte  le cure  cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e  di  privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a   queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato.   E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare  dei  premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro  figlioli  invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A  "quelle" scuole  private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si  riesce meglio.  Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata.  Il partito  dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di  Stato in  scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per  dare la  prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in  questo  convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione,  questa è  la ricetta. Bisogna tener d'occhio i cuochi di questa bassa  cucina.  L'operazione si fa in tre modi: ve l'ho già detto: rovinare le  scuole di  Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro  bilanci.  Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il  controllo sulle  scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare  che vi insegnino  insegnanti che non hanno i titoli minimi per  insegnare. Lasciare che gli  esami siano burlette. Dare alle scuole  private denaro pubblico. Questo è  il punto. Dare alle scuole private  denaro pubblico.

11 febbraio 1950: discorso di Piero Calamandrei in difesa della scuola pubblica durante il III Congresso

Video - AudioPiero Calamandrei: Discorso Sulla Costituzione 



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