La [s]valutazione ai tempi di Brunetta

Ricevo e volentieri pubblico questo breve intervento di Francesco Mazzeo che bene si collega a quanto sta accadendo proprio in questi giorni in tema di “riforma Brunetta”. I collegamenti con la valutazione, se non fossero chiari, sono ben evidenziati dall’Autore della nota.

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Nell’ultimo periodo in numerosi contesti lavorativi e ambiti professionali, il tema della valutazione è sembrato sovrapporsi ai contenuti, o meglio alle preoccupazioni, generate dalla riforma delle amministrazioni pubbliche del 2009, così detta legge-Brunetta. Difficile interloquire con un funzionario o dirigente della PA che non avesse tra le proprie “urgenze” la necessità di comprendere come le indicazioni valutative contenute nel dl n. 150/2009 si sarebbero dovute affrontare sul piano operativo. Facile assistere a possibili soluzioni preconfezionate perlopiù lontane da logiche valutative. Dibattiti, tavole rotonde, seminari, blog, congressi, corsi di formazione, articoli, volumi,… insomma,  una concentrazione di risorse ed energie non comune.

Pochi giorni fa l’articolo di Pietro Micheli apparso su la voce.info “Come creare le condizioni per l’insuccesso”, aveva lucidamente argomentato come la “crescente opposizione di dipendenti e sindacati e la possibile implosione della riforma potrebbero determinare un tragico “rinculo”, senza che si sia sparato alcun colpo di cannone”.

Dopo l’intesa siglata venerdì scorso (di seguito riportata) dal Governo ed i sindacati della funzione pubblica di Cisl, Uil, Ugl, Cida, Confsal e Usae, possiamo dire che quanto prefigurato da Micheli, oggi è “triste” realtà.

Ieri sul Corriere della Sera, Pietro Ichino, presentando una “traduzione dal buro-sindacalese in italiano” dell’Intesa “Fermi tutti, abbiamo scherzato!”, evidenzia come, in sostanza, la riforma Brunetta sia stata azzera nei fatti. Prima Tremonti con l’abolizione della “carota” ossia dei premi per i dipendenti pubblici più meritevoli, ora l’Intesa con l’abolizione del “bastone” garantisce che a nessuno, per quanto inefficiente, potrà essere tolto un solo euro del “salario accessorio” percepito nel 2010.

Le ricadute sono significative -  il trattamento dei dipendenti pubblici non sarà differenziato rispetto alle performance individuali…, vengono abrogate le disposizioni riferite agli organi indipendenti di valutazione della performance delle amministrazioni, etc., non solo sul piano valutativo, ma più in generale sulle reali possibilità ed opportunità di rinnovare la PA in questo Paese.

Non sarebbe certamente la prima riforma a naufragare prima di aver sortito un qualche effetto, sparato alcun colpo di cannone. Ma è questa la fine della riforma? Possiamo realmente considerarla archiviata? Cosa rimane oggi dei tanti ragionamenti fatti? Dei dibattiti sul ruolo della valutazione? - tra strumento di controllo delle performance per “scovare” i fannulloni, a strumento per valorizzare le competenze e sviluppare riflessività - A cosa è servita tutta questa attenzione e concentrazione di risorse?

(Francesco Mazzeo)



PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
 INTESA DEL 4 FEBBRAIO 2011

1. - Nell’ambito dell’intesa per l’applicazione dell’accordo quadro sulla riforma degli assetti contrattuali del 22 gennaio 2009 relativa ai comparti contrattuali del settore pubblico siglata in data 30 aprile 2009, e con riferimento a quanto previsto dal decreto legislativo 150/2009, confermando il comune obiettivo di una ripresa della crescita economica fondata sull’aumento della produttività e dell’occupazione, cui il settore pubblico contribuisce soprattutto con la qualità e quantità dei servizi offerti ai cittadini e alle imprese, con il presente accordo le parti, in attesa della stipulazione dei nuovi contratti collettivi nazionali di lavoro, convengono sulla necessità di realizzare un sistema di relazioni sindacali che persegua condizioni di produttività ed efficienza del pubblico impiego tali da consentire il rafforzamento del sistema produttivo, il miglioramento delle condizioni lavorative e della qualità dei servizi offerti dalle amministrazioni pubbliche, nonché la crescita della competenza professionale.

2. - Le parti convengono che le retribuzioni complessive, comprensive della parte accessoria, conseguite dai lavoratori nel corso del 2010, non devono diminuire, per effetto dell’applicazione dell’art. 19 del d.lgs. 150/09. Sono fatti salvi gli effetti del decreto interministeriale n. 3 del 14.01.2011.

3. - A tale scopo per l’applicazione dell’art. 19, comma 1 del d.lgs. 150/2009 potranno essere utilizzate esclusivamente le risorse aggiuntive derivanti dall’applicazione del comma 17 dell’art. 61 del d.l. 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge 133/2008 (c.d. dividendo dell’efficienza).

4. - Al fine di valorizzare le esperienze e i risultati in via di conseguimento, in termini di miglioramento degli indicatori di performance delle amministrazioni, saranno costituite in sede nazionale, apposite commissioni paritetiche con il compito di monitorare e analizzare i risultati prodotti.

5. - Il Governo si impegna a definire entro 15 giorni dalla data di sottoscrizione del presente accordo, secondo le procedure previste dal decreto legislativo 165/2001, un atto di indirizzo all’ARAN per la stipulazione di un accordo quadro che regoli il sistema di relazioni sindacali previsto dal decreto legislativo 165/2001, alla luce della riforma degli assetti contrattuali del 22 gennaio 2009, firmata il 30 aprile 2009 per i comparti del pubblico impiego, e dal decreto legislativo 150/2009.

Cisl, Uil, Ugl, Cida, Confsal, Usae
 Il ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta
 Il ministro del lavoro e delle Politiche sociali
fonte: http://www.valutazione.it/

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